L’associazione nazionale imprese spettacoli pirotecnici (Anisp) chiede aiuti al Governo ed agli Enti locali per un indotto dei fuochi d’artificio che fattura 1,2 miliardi annui e che vede 6000 persone rischiare il posto di lavoro causa Covid.
Un Natale senza fuochi d’artificio ma anche un anno senza fuochi pirotecnici a causa delle misure anti assembramento Covid e il no a feste patronali e matrimoni. Il settore delle aziende pirotecniche si accinge a concludere un anno nero per il proprio settore, una crisi senza precedenti e con ricadute economiche ed occupazionali inimmaginabili.
In una lettera inviata al premier Giuseppe Conte, l’Anisp ha chiesto all’esecutivo disposizioni che prevedano a favore delle aziende pirotecniche in possesso di autorizzazioni di pubblica sicurezza, in corso di validità, per la fabbricazione e/o il deposito di articoli pirotecnici dei vantaggi fiscali e contributivi.
Innanzitutto, le aziende del settore pirotecnico chiedono un contributo un contributo a fondo perduto del 15% sul differenziale di fatturato dei mesi di giugno, luglio, agosto e settembre, sottraendo da tale importo quanto eventualmente già percepito in forza del decreto “Ristori”.
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Covid, aziende dei fuochi d’artificio: ecco le richieste al Governo
Al Governo l’Anisp chiede anche un credito d’imposta in percentuale sul canone mensile di locazione o leasing di immobili ad uso non abitativo, e sull’affitto d’azienda spettante per i mesi di ottobre, novembre, dicembre 2020, alle stesse condizioni del decreto “ristori”.
Le aziende richiedono anche una sospensione dei versamenti tributari e contributivi fino al prossimo 31/06/2021 con possibilità di effettuazione del pagamento a partire dal 31 luglio 2021 con la possibilità di rate fino a 60 mesi.
Infine, prevedere l’applicazione dell’aliquota IVA al 10% nella fatturazione delle competenze e degli spettacoli pirotecnici come applicata per gli spettacoli viaggianti per tutto il 2021.
Insomma, risulta sempre più variegato il mondo dei comparti aziendali che stanno subendo le maggiori problematiche economiche ed occupazionali a fronte delle, anche giuste, disposizioni in materia di anti assembramento ma che provocano situazione di difficile indigenza economica e lavorativa verso coloro che più di altri vengono colpiti dai provvedimenti.