Le immagini di assembramenti e folla giunte nelle ultime ore dalle grandi città hanno fatto aumentare il disappunto all’interno del Governo. Ed ora siamo alla vigilia di misure più drastiche per il periodo festivo.
Rabbia e delusione. A Palazzo Chigi sembrano essere pronti a rendere il Natale ancora più blindato. Le immagini arrivate nelle ultime ore dalle vie dello shopping e dei centri storici delle città, con l’area di Fontana di Trevi a Roma chiusa ieri pomeriggio per assembramenti, ha fatto scattare l’allarme rosso nel Governo.
Si è quindi alla vigilia di un ulteriore inasprimento delle misure prese a ridosso del Natale con l’ala più rigorista del Governo che chiede a gran voce nuovi provvedimenti. Si parla di un’Italia zona arancione o zona rossa fino al nuovo anno. Da decidere se solo in determinate giornate o per più giorni e se si deciderà la stretta fino al 2 gennaio o fino al 6 visto che il prossimo 7 gennaio è previsto il ritorno in presenza di una gran fetta di popolazione scolastica.
Nel contempo però sembra esserci un’apertura per gli spostamenti tra i Comuni nei giorni del Natale e del Capodanno ma solo per questi territori sotto i 5000 abitanti e con un raggio di spostamento fino a 30 chilometri.
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Insomma, le ipotesi in campo sono molte: dalla chiusura preventiva di strade e piazze a rischio dei centri storici alla riduzione dell’orario di attività di bar, ristoranti e negozi fino ad ulteriori provvedimenti sugli spostamenti tra regioni con, ricordiamolo, il blocco che partirebbe già da lunedì prossimo.
Oggi, intanto, sono previste una serie di riunioni a Palazzo Chigi. Con il premier Giuseppe Conte si riuniranno i capi delegazione della maggioranza (Pd, LeU, Italia Viva e M5S) e gli esperti del Comitato tecnico scientifico . Presenti anche i ministri competenti ovvero il ministro dell’Interno, Luciana Lamorgese, quello degli Affari Regionali, Francesco Boccia ed il ministro della Salute, Roberto Speranza.