Rilevazione dell’Istat sulla situazione e le prospettive delle imprese nell’emergenza Covid: delle 73mila attualmente chiuse 17mila annunciano che non riapriranno più.
In 17mila non alzeranno più le loro saracinesche o non apriranno più le porte dei loro capannoni. Tante sono le imprese che non prevedono una riapertura a causa del Covid. E’ quanto emerge dalla rilevazione dell’Istat sulla situazione e le prospettive delle imprese nell’emergenza pandemica svolta tra il 23 ottobre e il 16 novembre 2020.
Il 68,9% delle imprese ha dichiarato di essere in piena attività, il 23,9% di essere parzialmente aperta, svolgendo la propria attività in condizioni limitate in termini di spazi, orari e accesso della clientela. Il 7,2% ha invece dichiarato di essere chiuso: si tratta di circa 73 mila imprese, con un peso del 4,0% in termini occupazionali. Di queste 55 mila prevedono di riaprire mentre 17 mila, pari all’1,7% delle imprese e allo 0,9% degli occupati, prevedono di non riaprire.
Per il periodo dicembre 2020 – febbraio 2021, inoltre , il 61,5% delle imprese prevede una contrazione del fatturato rispetto allo stesso periodo degli anni precedenti. Nel 40% dei casi il calo è previsto tra il 10 e il 50%, nel 15,1% di oltre il 50% e nel 6,4% di meno del 10%.
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Covid, la maggioranza delle imprese chiuse sono micro
La rilevazione Istat evidenzia che l’85% delle unità produttive chiuse sono microimprese e si concentrano nel settore dei servizi non commerciali (58 mila unità, pari al 12,5% del totale), in cui è elevata anche la quota di aziende parzialmente aperte (35,2%). Le attività sportive e di intrattenimento presentano il più altro valore di incidenza in termini di chiusura, seguono poi i servizi alberghieri e ricettivi e le case da gioco.
Una quota significativa di imprese attualmente non operative si riscontra anche nel settore della ristorazione (circa 30 mila imprese di cui 5 mila non prevedono di riprendere) e in quello del commercio al dettaglio (7 mila imprese).
Tra le imprese attualmente non operative, l’Istat spiega che “quelle presenti nel Mezzogiorno sono a maggior rischio di chiusura definitiva“: il 31,9% delle imprese chiuse (pari a 6 mila unità) prevede di non riaprire, rispetto al 27,6% del Centro, al 23% del Nord-ovest e al 13,8% del Nord-est (24% in Italia).