Tra le varie spese mediche specialistiche su cui si può ottenere il rimborso ci sono quelle sostenute per portare i figli dal logopedista.
Ai fini della detraibilità, dal primo gennaio 2020, le prestazioni devono essere pagate con mezzi di pagamento tracciabili. I pagamenti in contanti, infatti, non possono portare ad alcuna detrazione.
Nella dichiarazione dei redditi, le spese mediche sostenute sono detraibili dall’IRPEF nella misura pari al 19%.
Non tutte le visite medico sanitarie sono esentate, soprattutto se il reddito è medio-alto.
Ci sono delle spese mediche, come ad esempio quelle del Logopedista, che non possono essere detratte in toto, ma che comunque la legge consente di detrarle in piccola parte.
Seppur non possiamo detrarle in toto, la legge ci consente di detrarle in piccola parte, calcolando che il percorso da un logopedista non si esaurisce in una sola seduta ma in un vero e proprio percorso composta da diverse sedute.
Il logopedista è un professionista sanitario, si occupa di prevenzione, diagnosi e trattamento dei disturbi del linguaggio, della comunicazione (sia verbale che scritta) e delle problematiche di apprendimento.
Un percorso di logopedia prevede un ciclo minimo di 6 mesi con frequenza mono o bi-settimanale a seconda della severità del disturbo e delle possibilità della famiglia. Il training potrebbe durare più di 6 mesi come anche meno, dipende da come il bambino risponde a tali stimoli.
Ma in che modo le spese sostenute dal logopedista sono detraibili?
LEGGI ANCHE >>> Tredicesima, brutte notizie per i lavoratori: chi rischia di più
Le spese sostenute per i nostri figli e più in generale, per i familiari a carico, sono detraibili alle seguenti condizioni: