Il 2020 ha fatto registrare un forte calo degli investimenti nel settore immobiliare, ma il trend è stato più positivo di quanto si potesse immaginare ad inizio pandemia
Il 2020 ha avuto un impatto disastroso su moltissimi settori dell’economia. La pandemia ha drasticamente cambiato molti mercati, rimodulando anche quello immobiliare, che solitamente a prescindere dai fattori esterni mantiene sempre una sua leadership.
Secondo i dati raccolti dalla Jones Lang LaSalle società americana di servizi immobiliari e commerciali in diverse aree del mondo, i primi 9 mesi dell’anno non sono andati male così come si poteva ipotizzare durante il periodo primaverile.
Al tempo stesso, gli investimenti sono drasticamente calati, basti pensare che tra gennaio e settembre 2020 in Italia sono state siglate appena 87 operazioni di investimento per una cifra totale di 5,3 miliardi di euro. Facendo un raffronto con il 2019 si tratta del 26% in meno. Un dettaglio di non poco conto quindi.
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Andando nello specifico le operazioni di maggior rilievo sono state fatte nel settore degli uffici con 2,3 miliardi di investimento (quasi la metà del totale). Per quanto concerne le aree geografiche il 74% dei fondi spesi fa capo a Milano, mentre Roma è di gran lunga staccata con il 16% e il resto delle città mettono insieme appena il 10%.
Tra le note liete c’è che il 65% degli investimenti è di matrice nazionale, mentre gli investitori stranieri hanno realizzato “solo” 11 operazione per un totale di 780 milioni di euro.
E per il futuro qual è lo scenario che bisogna prospettarsi? Sempre stando a ciò che afferma JLL il mercato sarà caratterizzato da forte liquidità, un’importante tenuta delle prime location e delle condizioni favorevoli per gli inquilini per quanto riguarda gli affitti, con il modello Hubs&Clubs pronto a spopolare.
Insomma allo stato attuale l’immobiliare non appare il miglior settore in cui spendere, ma le continue evoluzioni e la particolarità del periodo possono portare a delle occasioni da non farsi scappare.