Nel 2020, anno del Covid, 434.000 persone povere non hanno potuto acquistare i medicinali di cui avevano bisogno per ragioni economiche. Emerge dall’VIII Rapporto sulla Povertà Sanitaria.
Sono un esercito di invisibili agli occhi delle istituzioni governative. Sono 434.000 persone che nell’anno della pandemia non hanno potuto acquistare i medicinali di cui avevano bisogno per ragioni economiche. Poveri sia per acquistare cibo che per monitorare il loro stato di salute.
È quanto emerge dai dati contenuti nell’VIII Rapporto Donare per curare – Povertà Sanitaria e Donazione Farmaci, edito da OPSan – Osservatorio sulla Povertà Sanitaria con il sostegno di IBSA Farmaceutici e Aboca.
Crolla la capacità di spesa sanitaria dei nuovi poveri a causa del Covid: un non povero può permettersi una spesa pro capite mensile di 65 euro mentre le fasce povere solo 10,15 euro ed il rapporto cala ancora di più se si considera la spesa per farmaci: 28,18 euro contro i soli 6,38 euro per chi è in stato di povertà.
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Se il 2020 è stato segnato dal Covid, nel 2019 il rapporto ha registrato che circa 8 milioni di persone non povere, ovvero 3,5 milioni di famiglie, hanno dovuto limitare la spesa per visite mediche e accertamenti almeno una volta.
La situazione delle persone indigenti è peggiorata a causa del Covid anche perchè le strutture di aiuto hanno dovuto ridurre i propri servizi: il 40,6% dei centri assistenziali ha dovuto limitare la propria azione o sospendere qualche servizio mentre il 5,9% degli Enti ha chiuso.
“Ora come non mai, in questa Italia impoverita dalla pandemia, questa grande rete della solidarietà, che è un patrimonio del nostro Paese, non può essere lasciata sola”, ha dichiarato Sergio Daniotti, presidente della Fondazione Banco Farmaceutico onlus.