Andiamo a vedere di come funziona nello specifico il social lending. Che guadagni può comportare? Perché è così odiato dalla banche?
Una delle attività preponderanti delle banche è utilizzare i soldi depositati sui conti correnti per guadagnare, investirli e prestarli. Lo fa naturalmente attraverso degli interessi a carico di coloro che richiedono di prestiti.
Grazie a nuovi sistemi innovativi, si può saltare l’intermediazione bancaria e richiedere denaro direttamente a soggetti privati, che di fatto si sostituiscono ai classici istituti di credito. Questo modello si chiama social lending e permette a chi investe il proprio denaro di guadagnarci su il 20% al termine dell’anno. Per questo le banche non vedono affatto di buon occhio questa innovazione e sono alla costante ricerca di mezzi e nuove idee in grado di contrastare l’espansione di questo fenomeno.
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Social lending: business tra privati che consente guadagni annuali fino al 20%
In base alla traduzione dall’inglese del termine si evince che il social lending non è altro che un “prestito sociale”. Si tratta di un modello che prevede un rapporto tra privati attraverso una piattaforma ideata proprio per fare interagire chi ha bisogno di liquidità e chi invece vuole cercare di ottenere dei profitti.
Al resto ci pensa il sito stesso, che verifica sia i prestatori che i beneficiari in modo tale da evitare spiacevoli sorprese. L’obiettivo primario è ridurre al minino il rischio di mancata restituzione attraverso analisi di credito preventive e attivando un vero e proprio recupero crediti in caso di inadempienza. Insomma, la sicurezza prima di tutto.
Passando invece ai possibili guadagni per chi investe, molto dipende dalla piattaforma prescelta, anche se in linea di massima il rendimento varia dal 5% (in Italia) fino ad un massimo del 20% all’anno (all’estero).
In rete sono già tantissimi i portali che permettono di poter disporre di questa opportunità che di fatto consente di sostituirsi pienamente alle banche prestando soldi ai privati.