Le Poste salentine, a causa della pandemia, non hanno abbastanza liquidità da erogare ai pensionati. Ecco, cosa sta succendendo alle loro pensioni.
L’accaduto in molte filiali delle Poste del Salento è sconcertante. Le Poste, infatti, non riescono ad erogare la somma totale delle pensioni ma sono costrette a dare solo un acconto per mancanza di liquidità.
I segretari di SpiCgil, FnpCisl e St UilpUil, Fernando Cosi, Giuseppe Zippo, Luigi Di Viggiano e Silvana Tundo, vista la situazione allarmanete, hanno convocato d’urgenza un tavolo con il direttore provinciale di Poste Italiane, con l’obiettivo di giungere ad una soluzione del problema.
Gli stessi rappresentanti sindacali definiscono, questi comportamenti: «inaccettabili, soprattutto se riservati a una fascia di popolazione più esposta economicamente e fragile».
In assenza di significative soluzioni gli stessi sindacati avvisano: «Ci riserviamo di rivolgerci al prefetto, ma anche di organizzare differenziati momenti di protesta».
All’origine del tilt ci sarebbe un difetto di consegna della liquidità necessaria a soddisfare l’utenza nei giorni richiesti. Infatti, con la pandemia, l’Istituto Cosmopol che svolge il servizio di approvvigionamento della liquidità, ha ridotto a tre il numero di giorni di consegna del contante negli uffici postali, diversamente da quanto accadeva prima del coronavirus quando i portavalori rifornivano gli uffici postali tutti i giorni.
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I segretari sindacali scrivono così nella lettera al direttore «Le disponibilità di denaro agli sportelli postali per il pagamento delle pensioni sono insufficienti a soddisfare le legittime esigenze degli utenti di quasi tutti gli uffici postali della provincia di Lecce: sia di quelli ordinari in fase di prelievo di denaro e sia dei pensionati all’atto della riscossione della pensione che spesso viene erogata parzialmente. Molti pensionati, infatti, lamentano di essere dovuti tornare in giorni successivi a riscuotere la somma rimanente della pensione non avendola potuta riscuotere per intero a causa della mancanza di liquidità ».
All’interno degli uffici postali i posti a sedere sono stati ridotti e perché all’esterno non c’è luogo di stazionamento al coperto che possa ospitare gli utenti, sottolineano i sindacati. Si potrebbe obiettare che tali disservizi siano da addebitare all’utilizzo del contante. «Pur riconoscendo l’impegno degli uffici postali a orientare i pensionati e cittadini all’uso della moneta elettronica, tuttavia il disagio persiste. Per cui – così concludono Spi, Fnp e St Uilp – si richiede, senza ulteriore indugio, l’intervento risolutivo della direzione provinciale di Poste Italiane».
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