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Attualità

Vendeva carburante a prezzi bassi evadendo le tasse: maxi sequestro

Il titolare vendeva carburante a basso prezzo ai danni dello Stato, per questo il distributore è stato messo sotto sequestro dalla Guardia di Finanza

Fonte Pixabay

Ha evaso lo Stato finché ha potuto per poi doversi arrendere una volta smascherato. È capitato al titolare di un distributore di carburante della provincia di Bergamo. Per diverso tempo aveva venduto il suo prodotto a prezzi decisamente inferiori rispetto ai suoi concorrenti proprio per effetto del suo raggiro.

La Guardia di Finanza della città lombarda ha effettuato un maxi sequestro dove ha appurato mancati pagamenti dell’Iva attraverso l’utilizzo di fatture false. Il provvedimento è stato emesso dopo le indagini condotte dai finanzieri della tenenza di Sarnico coordinate dal dottor Antonio Pansa, sostituto procuratore del Tribunale di Bergamo. 

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Evadeva il fisco vendendo carburante a basso prezzo: ecco come faceva

Secondo gli inquirenti, il titolare del distributore avrebbe messo in atto quella che è conosciuta con il nome di “frode carosello”. Praticamente acquistava il prodotto da paesi dell’UE in regime di non imponibilità Iva e che tramite l’uso di società fittizie e false fatturazioni, permetteva all’azienda di acquistare il carburante a prezzi inferiori e di detrarre l‘Iva in maniera puramente indebita.

Il lavoro investigativo ha permesso di risalire ad una società di Brescia. Di fatto era esistente solo a livello burocratico visto che non aveva una sede fisica. Ometteva in maniera sistematica il pagamento delle imposte ed era intestata ad un prestanome anche se in realtà era gestita da due persone originarie della Campania. 

Il suo compito era quello di fare da tramite tra i fornitori provenienti dalla Bulgaria e appunto il titolare del distributore che operava la frode. Nei suoi confronti la Procura di Bergamo ha ottenuto dal Gip il sequestro preventivo finalizzato alla confisca per un importo identico a quello delle imposte evase.

Sono state sequestrate le sue ricchezze per un valore di 414mila euro tra conti correnti, titoli, quote di fondi d’investimento e anche immobili. Insomma, un piano losco finito nel peggiore dei modi, come è giusto che sia.

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Antonio Pilato