Un recente studio dell’Università di Sidney ha dato finalmente una risposta chiara alla domanda: guidare sotto effetto di cannabis altera davvero la percezione alla guida?
I risultati dell’esperimento condotto dall’Università di Sydney sono tati pubblicati sul Journal of the American Medical Association e a darne notizia è il quotidiano Wired.
All’esperimento hanno partecipato 26 persone, messe alla guida di una macchina dopo aver assunto varietà diverse di cannabis.
Quello che è emerso è sorprendente:
- chi consuma cannabis a fini terapeutici non vede minimamente alterate le sue capacità di guida.
- chi consuma marijuana, invece, può avere degli effetti, ma per non più di quattro ore. Questo dipende dalle sostanze presenti nella cannabis che si è assunta.
Perché la sostanza a fini terapeutici non altera le capacità di guida mentre la marijuana si?
Perché la cannabis usata a fini terapeutici contiene principalmente cbd, cannabidiolo, componente non tossico, che non dà assuefazione e ha proprietà curative;infatti, in questo tipo di cannabis non c’è la presenza del thc, tetraidrocannabinolo, cioè la componente psicoattiva che si trova in percentuale variabile ma comunque molto più alta nella marijuana.
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Cannabis e guida: cos’è successo durante l’esperimento australiano?
All’esperimenti i 26 partecipanti erano divisi in quattro gruppi, a seconda delle sostanze assunte: cannabis con più thc, più cbd, con una miscela dei due componenti, senza componenti attivi.
Una volta che si concluso il test di guida, che si è svolto con un istruttore accanto, è stato riscontrato che ai guidatori a cui era stata somministrata cannabis principalmente con thc, o con un mix di thc e cbd, hanno avuto un’alterazione delle capacità di guida 40 minuti dopo l’assunzione ma non oltre le quattro ore successive, consentendo così di valutare precisamente la tempistica degli effetti.
Per le altre categorie di guidatori non sono riscontrate anomalie.
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