E’ di nuovo allarme tra i proprietari di case per la nuova proposta di patrimoniale di alcuni esponenti del PD e di Liberi e Uguali che prevede una introduzione di una nuova imposta sul patrimonio immobiliare e mobiliare.
Ormai la polemica è scoppiata, e non accenna a placarsi. Stiamo parlando della polemica nata dopo un emendamento alla Legge di Bilancio presentato alla Camera da alcuni deputati di Pd e LeU che prevede l’introduzione di una imposta progressiva sui grandi patrimoni la cui base imponibile è costituita da una ricchezza netta superiore a 500.000 euro derivante dalla somma delle attività mobiliari e immobiliari al netto delle passività finanziarie. Una imposta che dovrebbe partire da una base dello 0,2% per arrivare fino ad un massimale del 2% a seconda dell’ammontare del valore del patrimonio detenuto.
Da qui la protesta del Coordinamento Unitario dei Proprietari Immobiliari che criticano fortemente questa ipotesi e parlano di un “assurdo economico, sociale e politico”. Il Coordinamento, composto da FEDERPROPRIETA’, UPPI e CONFAPPI, spiega che “già 19,4 milioni di famiglie italiane su 25,7 milioni (come attesta l’Agenzia delle Entrate) paga miliardi all’annuo allo Stato e agli Enti locali. Di patrimoniali ce ne sono già troppe come l’IMU sulle seconde case le varie imposte di bollo e prelievi di ogni genere”.
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Proprietari di immobili:”Nuova patrimoniale? Colpo di grazia finale”
Per il Coordinamento Unitario dei Proprietari immobiliari “il progetto dei deputati costituirebbe il colpo di grazia finale per milioni di famiglie che stanno attraversando enormi difficoltà a causa del virus e anche senza ristori per le morosità degli affitti. Altre imposte sulle abitazioni e sui risparmi famigliari evidenziano un atteggiamento punitivo nei confronti di un operoso ceto medio”.
“Non è ammissibile che il governo ed il Parlamento si accaniscano su una collettività che paga regolarmente le tasse-continuano-, che favorisce l’equilibrio sociale e a cui, se lavoratori dipendenti o autonomi, lo Stato rattiene scaglioni di aliquote. I proprietari di case nel rispetto delle varie forme consentite dalla legge potrebbero mettere in atto forme di resistenza passiva nei confronti di imposte anticostituzionali, ingiuste e discriminatorie tra categorie di cittadini. C’è poi un’altra arma democratica e civile che i proprietari di case potrebbero adottare: quella della scelta selezionata dei rappresentanti nel Parlamento, nelle Regioni e nei Comuni. In sostanza di non votare i fautori di progetti dannosi economicamente per quanti hanno fatto enormi sacrifici per comprarsi una casa”.
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