E’ ormai guerra aperta tra Governo e sindacati della Pa in vista dello sciopero generale del 9 dicembre. Le associazioni sindacali di categoria chiedono “aumenti salariali in linea con la condizione economiche delle famiglie”.
Lo scontro si sta acerbando e anche con toni forti. Lo scontro in questione è tra la Ministra della Pubblica Amministrazione, Fabiana Dadone, e i sindacati di categoria di Cgil, Cisl e Uil.
L’oggetto del contendere è la proclamazione dello sciopero generale di categoria fissato per il prossimo 9 dicembre e la critica ai sindacati circa la mancanza di responsabilità in un momento delicato come questo: “Basta attacchi pretestuosi: siamo responsabili. Il Governo piuttosto apra al confronto con noi”, mettono nero su bianco i segretari generali di Fp Cgil, Cisl Fp, Uil Fpl e Uil Pa, Serena Sorrentino, Maurizio Petriccioli, Michelangelo Librandi e Nicola Turco.
“Nessuno ha mai parlato di recuperare dieci anni di blocco della contrattazione, che sarebbero oltre 9 punti percentuali di incremento salariale. Quello che stanno chiedendo le lavoratrici e i lavoratori della sanità, della scuola, degli enti locali e dello Stato, nonché delle forze dell’ordine, è di vedersi riconosciuti aumenti salariali in linea con la condizione economica delle famiglie e, soprattutto, di non vedersi sottratte dalla busta paga somme già erogate in questo momento, a partire dall’elemento perequativo. Su questo la ministra non ci ha mai risposto”, incalzano i sindacati di categoria.
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Pa, sindacati contro ministero e Governo:”Servono assunzioni, contratti e sicurezza”
I sindacati puntano il dito contro la ministra Dadone che, in merito alla giornata di protesta del prossimo 9 dicembre, ha parlato di blocco del Paese.”Quale datore di lavoro rinnova un contratto senza neanche un confronto con il sindacato?– si chiedono i sindacati di categoria- È una forzatura di retaggio populista semplificare la vertenza generale sul lavoro pubblico che abbiamo intrapreso da mesi, e che riguarda il piano straordinario di assunzioni, la sicurezza nei luoghi di lavoro e il rinnovo del contratto per tutti i settori pubblici, ovvero funzioni locali, sanità e funzione centrali, alla mera richiesta di più salario per gli ‘statali’, quasi a volerne dare un’accezione negativa”.
Si tratta di lavoratori, precisano, “che hanno retribuzioni molto diverse e che sono tutt’altro che privilegiati, dai sanitari agli educativi, dalle forze dell’ordine ai lavoratori che in tutte le pubbliche amministrazioni svolgono una funzione essenziale. È proprio questa mancanza di rispetto che ha prodotto la rottura e di certo non è dipeso dal sindacato. Noi non ci fermeremo: non bloccheremo i servizi, assisteremo i cittadini, ma il 9 dicembre protesteremo anche con forme innovative che non compromettano il lavoro e i servizi ma faranno sapere al Governo che su assunzioni, sicurezza e contratti continueremo con le azioni programmate fino a che non ci saranno risposte”.
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