Milano non fuma più dal 1 gennaio 2021. Dunque c’è ancora un mese di tempo per portarsi le ‘bionde’ fuori, poi arrivano le multe.
Milano vuole smettere di fumare, all’aperto almeno. Una brutta notizia per le multinazionali del tabacco e per lo Stato stesso che attraverso i monopoli ha un introito gigantesco dalla vendita delle bionde, ma un’ottima notizia per la salute di tutti. Dal 2025, poi addirittura non ci saranno più nemmeno limitazioni in strada: non si fumerà senza se e senza ma.
Del resto che senso ha scrivere sui pacchetti di sigarette che il fumo uccide ma poi le sigarette te le vendono lo stesso? E’ contro la Costituzione stessa che prevede da parte dello Stato la tutela della salute di tutti i cittadini. Ma questa è un’altra storia. La notizia è che dal 1 gennaio 2021 a Milano non si scriverà sui pacchetti delle sigarette, ma si farà sul serio.
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Con 25 voti a favore, 8 contrari e 4 astenuti, il Consiglio comunale di Milano ha approvato il divieto di fumo all’aperto,sul modello di ciò che già avviene in Svezia, Canada, Australia e New York. Nel capoluogo non si potranno accendere sigarette e tabacco in prossimità di altre persone, compresi i parchi pubblici, le fermate dell’autobus e fuori dagli esercizi commerciali.
La pausa-sigaretta sarà possibile soltanto nei luoghi isolati, nel raggio di 10 metri dai passanti. Perché questa drastica scelta? E’ presto detto: Milano vuole migliorare la qualità dell’aria in città, contrastare il vizio del fumo e l’inquinamento causato dai mozziconi. Non si potraà fumare anche e soprattutto nelle aree attrezzate destinate al gioco per i bambini o allo sport, e poi nelle aree dedicate ai cani, nei cimiteri e, udite udite, neppure allo stadio.
La delibera – nonostante le iniziali critiche dell’opposizione – è passata con una larga maggioranza e rappresenta un piccolo tassello di un progetto più ambizioso: liberare Milano dal fumo su tutta l’area pubblica entro il 2030. I trasgressori potranno essere multati, ma resta ancora da chiarire quanto.
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