Con lo scattare di un secondo lockdown è aumentata la richiesta di lievito tra i consumatori delle regioni che sono state inserite nella zona rossa. “Non assaltare scaffali, le scorte ci sono”.
Lockdown che trovi, lievito che cerchi. La seconda serrata dopo quella primaverile ha impennato la domanda di lievito nei negozi e supermercati con vendite in crescita del 76,2% a fine ottobre. In crescita esponenziale anche gli altri ingredienti legati al lievito e necessari per realizzare prodotti da forno: farina e prodotti di pasticceria.
Insomma, la “lievitomania” sembra essere tornata nelle cucine degli italiani con un prodotto che ha conosciuto impennate di vendite senza precedenti nella storia.
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Sembra montare quindi la paura di restare senza lievito nei giorni futuri della seconda serrata e quindi aumenta esponenzialmente la domanda di questo prodotto.
A gettare acqua sul fuoco è il Gruppo Lievito di Assitol, l’associazione italiana dell’industria olearia che rassicura:”Inutile assaltare il supermercato per fare scorte o reinventarsi produttori domestici: nonostante l’emergenza sanitaria, il lievito sarà presente sugli scaffali di supermercati e negozi“.
“Abbiamo lavorato a ritmi serrati per tutto l’anno – afferma Paolo Grechi, presidente degli imprenditori del comparto – e continueremo anche nei prossimi mesi, consapevoli della centralità di questo ingrediente nella nostra vita quotidiana. I consumatori si rassicurino: saremo al loro fianco anche in questo momento complesso”.
Oltre alle criticità della pandemia, da tempo il settore deve fare i conti con il non facile reperimento della materia prima: melasso da zucchero, dalla cui fermentazione nasce il lievito.
In tal senso, preoccupa fortemente la proposta, avanzata dalla Commissione Europea nell’ambito della discussione sulle energie rinnovabili post-2020, di annoverare il melasso tra i biocarburanti avanzati. Favorendo così il suo impiego per produrre bioetanolo, con il sostegno degli incentivi già previsti dalle norme UE.
“L’ipotesi, che sta purtroppo riprendendo quota, è un attacco al principio del ‘food first’ – avverte il presidente degli imprenditori – intendiamo dare battaglia in Europa, per scongiurare la pericolosa competizione tra uso alimentare ed energetico del melasso”.
Quello del lievito è un modello di economia circolare, che prevede, alla fine dell’intero processo, il trattamento delle acque reflue, delle materie organiche e non assimilabili, consentendo così di non disperderle nell’ambiente.
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