Lockdown bis, torna la corsa al lievito. Il punto della situazione

Con lo scattare di un secondo lockdown è aumentata la richiesta di lievito tra i consumatori delle regioni che sono state inserite nella zona rossa. “Non assaltare scaffali, le scorte ci sono”.

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Image by Andreas Lischka from Pixabay

Lockdown che trovi, lievito che cerchi. La seconda serrata dopo quella primaverile ha impennato la domanda di lievito nei negozi e supermercati con vendite in crescita del 76,2% a fine ottobre. In crescita esponenziale anche gli altri ingredienti legati al lievito e necessari per realizzare prodotti da forno: farina e prodotti di pasticceria.

Insomma, la “lievitomania” sembra essere tornata nelle cucine degli italiani con un prodotto che ha conosciuto impennate di vendite senza precedenti nella storia.

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Nuovo lockdown, gli italiani tornano a chiedere lievito. Cosa accade

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Image by Andreas Lischka from Pixabay

Sembra montare quindi la paura di restare senza lievito nei giorni futuri della seconda serrata e quindi aumenta esponenzialmente la domanda di questo prodotto.

A gettare acqua sul fuoco è il Gruppo Lievito di Assitol, l’associazione italiana dell’industria olearia che rassicura:”Inutile assaltare il supermercato per fare scorte o reinventarsi produttori domestici: nonostante l’emergenza sanitaria, il lievito sarà presente sugli scaffali di supermercati e negozi“.

“Abbiamo lavorato a ritmi serrati per tutto l’anno – afferma Paolo Grechi, presidente degli imprenditori del comparto – e continueremo anche nei prossimi mesi, consapevoli della centralità di questo ingrediente nella nostra vita quotidiana. I consumatori si rassicurino: saremo al loro fianco anche in questo momento complesso”.

Oltre alle criticità della pandemia, da tempo il settore deve fare i conti con il non facile reperimento della materia prima: melasso da zucchero, dalla cui fermentazione nasce il lievito.

In tal senso, preoccupa fortemente la proposta, avanzata dalla Commissione Europea nell’ambito della discussione sulle energie rinnovabili post-2020, di annoverare il melasso tra i biocarburanti avanzati. Favorendo così il suo impiego per produrre bioetanolo, con il sostegno degli incentivi già previsti dalle norme UE.

“L’ipotesi, che sta purtroppo riprendendo quota, è un attacco al principio del ‘food first’ – avverte il presidente degli imprenditori  – intendiamo dare battaglia in Europa, per scongiurare la pericolosa competizione tra uso alimentare ed energetico del melasso”.

Quello del lievito è un modello di economia circolare, che prevede, alla fine dell’intero processo, il trattamento delle acque reflue, delle materie organiche e non assimilabili, consentendo così di non disperderle nell’ambiente.

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