Pensioni, l’allarme di Visco:”Pandemia ha esacerbato il problema”

Pensioni, il Governatore Visco lancia il segnale di pericolo sulla sostenibilità del sistema. La pandemia ha peggiorato anche il problema del debito pubblico.

Pensioni Visco
Image by Wilfried Pohnke from Pixabay

Il Governatore della Banca D’Italia lo dice senza giri di parola. Debito pubblico e sistema pensionistico sono problemi esacerbati dall’avvento della pandemia da Covid.

Visco spiega che “il rapporto tra debito pubblico e prodotto aumenterà ovunque, per effetto della recessione “ e delle misure espansive discrezionali. L’aumento della disoccupazione “si rifletterà, almeno nel breve periodo, in più alti tassi di pensionamento e in minori entrate contributive”.

Il numero uno di Banca d’Italia si sofferma sopratutto sul rapporto tra debito pubblico e sostenibilità nell’erogazione delle prestazioni pensionistiche. Per Visco “in un’economia che cresce si può contemperare il contenimento della spesa in rapporto al PIL con l’erogazione di prestazioni socialmente adeguate”.

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Pensioni, la preoccupazione di Visco sulla sostenibilità del sistema

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Accanto ad una preoccupazione circa la sostenibilità del sistema pensionistico italiano, Visco intravede però fattori presenti positivi nello schema italiano. Vantaggi di uno schema a ripartizione con metodo di contribuzione definita, utilizzato in Italia e in Svezia, sono oggi più evidenti che mai. “Grazie ai meccanismi di stabilizzazione insiti nel sistema- spiega Visco-, tali schemi sono resilienti a shock macroeconomici e a variazioni dell’aspettativa di vita”.

Visco, infine, si sofferma anche su quelle che possono essere le future prospettive lavorative per i soggetti più anziani che intendono continuare nelle attività. E chiede un’incentivazione della promozione del sistema della previdenza complementare. “È tuttavia importante anche fare in modo che a una maggiore domanda di lavoro dei più anziani si affianchi una adeguata offerta- sottolinea il Governatore– Si discute dell’utilità di politiche attive del lavoro che garantiscano la formazione e il ricollocamento di questi lavoratori. Secondo l’OCSE, in Italia meno del 10 per cento dei lavoratori più anziani ha accesso alla formazione, contro il 13 per cento in Francia, il 18 per cento in Spagna e quasi il 30 per cento in Germania”.

Sulla previdenza complementare, Visco evidenza come un sistema multi‒pilastro è utile al lavoratore “perché può consentire il conseguimento di benefici pensionistici adeguati anche a fronte di regole di calcolo meno generose per le pensioni pubbliche, con una migliore diversificazione del rischio”.

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