Regioni sul piede di guerra dopo il Dpcm che individua le zone rosse e arancioni. Ira del ministro Speranza:”Ignorano gravità dei dati”. Domani riferirà in Parlamento.
E’ un fuoco incrociato quello a cui sono sottoposti in queste ore il Governo ed il Ministero della Salute. I Governatori delle regioni individuate come ricadenti nello scenario 3 e 2 attaccano fortemente Speranza e gettano dubbi sulla attendibilità e veridicità dei dati che hanno portato a prendere le decisioni.
Durante l’intera giornata i Governatori di Lombardia e Piemonte, Fontane e Cirio, ma anche il presidente facente funzioni della Calabria, Spirlì, esprimono il loro disappunto e si dicono sorpresi delle scelte del Governo. La Calabria annuncia di voler impugnare il DPCM e l’ordinanza del Ministero della Salute.
In seguito a queste rimostranze è arrivata la pronta risposta del titolare del dicastero della Salute: “Le regioni alimentano i dati con cui la cabina di regia effettua il monitoraggio dal mese di maggio. Nella cabina di regia ci sono tre rappresentanti indicati dalle regioni. È surreale-spiega Speranza in una nota- che anziché assumersi la loro parte di responsabilità ci sia chi faccia finta di ignorare la gravità dei dati che riguardano i propri territori. Serve unità e responsabilità. Non polemiche inutili”.
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Speranza riferirà in Parlamento domani mattina alle 11,30. Nel frattempo incassa il plauso degli operatori sanitari. Secondo la Federazione degli Ordini dei Medici, i provvedimenti adottati sono opportuni e “vanno nella direzione giusta: quella della mediazione tra l’esigenza di non sfaldare il tessuto produttivo del Paese e quella di assumere provvedimenti più drastici laddove gli indicatori mostrino che il virus non è sotto controllo e i sistemi sanitari non siano in grado di reggere al suo impatto”, afferma il presidente Filippo Anelli.
Dalla compagine governativa arriva, infine, il supporto di Luigi Di Maio. Il leader politico del M5S e Ministro degli Esteri in un post pubblicato su Facebook stigmatizza il comportamento dei Governatori ribelli:”Non capisco adesso questo atteggiamento scontroso e caotico da parte di alcune Regioni e di alcuni Comuni, che oggi dicono il contrario di ciò che dicevano il giorno prima. Bisogna chiudere, poi no, poi sì, poi lo sconcerto per aver chiuso. Giorni fa reclamavano più autonomia e oggi vogliono meno responsabilità. Ma si può?”.
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