Elezioni Italia 2023: viene visto da molti come l’anno di snodo della politica italiana. Cosa potrà accadere?
Nonostante la situazione pandemica in atto sembra aver consigliato ai partiti di mettere da parte per il momento strategie elettorali e riposizionamenti politici il 2023 viene visto da tutti come un anno importante per tutto il sistema politico italiano.
Nel mezzo, questo Parlamento ancora in carica, e con una maggioranza con numeri ridotti soprattutto in Senato, dovrà eleggere nel 2022 anche il nuovo presidente della Repubblica. Ed in quella occasione potrebbe verificarsi una importante anteprima di quelli che saranno gli schieramenti che si contrapporranno nel 2023.
Ovviamente non ci sono elezioni senza un conforto serrato tra i partiti sullo strumento elettivo. La legge elettorale è da sempre materia di scontri e di accordi più o meno ufficiali tra le parti in causa. Attualmente in vigore c’è il cosiddetto Rosatellum che ha visto nel 2018 trionfare il M5S nelle due Camere anche se senza ottenere la maggioranza assoluta.
Difficile fare previsioni sicure sul 2023. Tutti gli analisti ed i sondaggisti però sono concordi nel definire la situazione politica “fluida”. Nel senso che un pezzo sempre più crescente dio elettorato tiene ad essere sempre più fluttuante nel suo posizionamento. Questo è dovuto sia alla caduta sostanzialmente delle vecchie categorie politiche che alle situazioni contingenti di necessità personali del singolo elettore.
Ma qual è lo stato di salute attuale dei partiti. Youtrend svolge da sempre una cosiddetta Supermedia dei sondaggi politici e curata per l’agenzia Agi.
L’ultima, datata 29 ottobre, evidenza che il calo più marcato delle ultime due settimane è quello del PD, mentre la crescita più significativa è quella di Italia Viva.
Dei 5 partiti principali, solo Fratelli d’Italia non sarebbe in calo rispetto a 2 settimane fa. Il partito del presidente Giorgia Meloni passerebbe infatti dal 15,9% al 16,1%.
Si registrerebbe invece un calo dello 0,4% per la Lega, che si attesta al 24,3%, e di quasi un punto percentuale per il PD che scenderebbe al 20,3%. Stabili il Movimento 5 Stelle al 15,2% e Forza Italia al 6,3%. Tutte in crescita, infine, le liste cosiddette “minori” e che attualmente sarebbe sotto la soglia di sbarramento del 4%. Tra queste Italia Viva guadagnerebbe mezzo punto percentuale (3,6%).