Sono scesi quasi a zero gli interessi che il contribuente deve pagare a fisco per debiti pregressi. Dal 1° gennaio 2020, il tasso è sceso allo 0,05%, ed è stato calcolato dal Ministero dell’Economia e delle Finanze tendendo conto dei rendimenti dei titoli di Stato a breve termine e del tasso di inflazione.
Un calo notevole, considerando che il tasso d’interesse legale o passivo sulle cartelle esattoriali a fine 2019 era dello 0,80%. Quindi, una buona notizia per quei contribuenti che devono regolare le loro posizioni passate con il fisco. Ad esempio, su un debito di 2.000 pagato con un anno di ritardo, l’interesse che ricade su di esso è di un solo euro. Le sanzioni sono naturalmente escluse.
Per calcolare gli interessi, bisogna prima dividere il tasso di 0,05% per 365 giorni e poi moltiplicarlo per l’ammontare dei giorni di ritardo del pagamento. Se il debito è di 2.500 euro, gli interessi maturati dal 1 gennaio al 15 febbraio sono di 0,157 euro, veramente pochi considerando quelli del passato.
Il nuovo tasso d’interesse legale riguarderà anche gli omessi o ritardati versamenti di contributi previdenziali e assistenziali. A secondo delle casistiche in essere, le sanzioni in sede civile verranno tutte calcolate in base alla misura del tasso di interesse legale che, come detto sopra, è passato dallo 0,8% allo 0,05 a partire da gennaio 2020.
Una precisazione: il calcolo delle sanzioni verrà effettuato soltanto quando è stata emanato il provvedimento oppure all’atto del rilascio della cartella esattoriali. Quindi, non ci sarà nessuna variazione, ossia se una cartella esattoriale è stata emessa nel 2018 ma verrà saldata quest’anno, gli interessi verranno calcolati con il tasso di interesse in vigore in quel periodo.