Gerry Cross, futuro direttore esecutivo di sorveglianza: “Niente lobbismo bancario”

L’Unione europea deve resistere alle pressioni esercitate dalle banche affinché diluascano le norme patrimoniali in sospeso. Ad affermalo è Gerry Cross, candidato alla carica di direttore esecutivo di sorveglianza bancaria della zona euro.

Cross ha cercato di rassicurare i legislatori durante un’audizione al Parlamento europeo che, anche se secondo in comando presso l’Autorità bancaria europea (ABE), non sarebbe stato indebitamente influenzato dal settore.

I legislatori si erano arrabbiati per il fatto che il suo predecessore Adam Farkas lasciò la guida dell’Associazione per quella dei mercati finanziari in Europa (AFME) da febbraio a condizioni che consideravano troppo indulgenti.

Cross, attualmente alto funzionario presso la Central Bank of Ireland, ha lavorato per AFME, una delle principali lobby del settore finanziario in Europa, con membri provenienti da importanti istituti di credito e gestori patrimoniali.

Il mediatore dell’UE ha avviato un’indagine sulle condizioni imposte dall’ABE per la partenza di Farkas. Lo stesso ha accettato, per 18 mesi, il divieto di consigliare l’AFME e i suoi membri su argomenti direttamente collegati al suo lavoro durante i suoi tre anni all’ABE. Cross ha chiesto un inasprimento delle condizioni di partenza di Farkas. “Dobbiamo imparare le lezioni dell’affare Adam Farkas”, ha affermato.

Cross, ex alto funzionario dell’AFME, ha cercato di sottolineare il duro approccio che avrebbe adottato nei confronti delle banche, affermando che l’ultima serie di regole sul capitale per colmare le lacune evidenziate dalla crisi finanziaria di un decennio fa deve essere attuata. “È importante che l’ABE utilizzi la sua influenza e la sua competenza per contrastare qualsiasi tentativo di innaffiare il quadro delle riforme post crisi”, ha dichiarato alla commissione per gli affari economici del Parlamento.

Le banche in Europa affermano che le regole aumenteranno significativamente i requisiti patrimoniali complessivi, nonostante i governi affermino che questo non dovrebbe essere il risultato finale.

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