Nei prossimi tre anni, Deutsche Bank si ritirerà dalla sua attività azionaria globale e taglierà 18.000 posti di lavoro. Tempo fa, la banca tedesca voleva arrivare al vertice dell’investment banking, ma i tagli di interesse continui, la redditività troppo bassa e le continue sfide gli si sono ritorsi contro.
Il settore bancario mondiale sta subendo uno sconvolgimento storico, di cui uno dei principali fattori scatenanti è la digitalizzazione. FinTech, fornitori di infrastrutture di mercato e gruppi tecnologici globali sono concorrenti spietati, mettendo forti pressioni ai modelli di business tradizionali.
Entro il 2030, il numero delle banche presenti in Germania scenderà dalle attuali 1.600 a 150/130. Ecco perché Deutsche Bank ha deciso di intraprendete la strada della radicale ristrutturazione: basta iniziative costose su mercati azionari mondiale, ma più attenzione alla clientela in Germania. Lo scopo è di aumentare la redditività e le competenze fondamentali.
L’obiettivo è diminuire i costi totali di oltre un quarto entro il 2022, gli azionisti a rinunciare ai dividendi per 2 anni e 1.800 costretti a lasciare il loro posto di lavoro nelle sedi dell’istituto. Una ristrutturazione necessaria, dettata dai grandi cambiamenti e dalle nuove sfide nel settore finanziario.
Ma gli investitori stanno manifestando un certo scetticismo. La quota della Deutsche è scesa oltre il 10% a metà della scorsa settimana. Alcuni analisti di mercato hanno affermato che i piani di ristrutturazione della banca sono pericolosi più di quanto originariamente pensato.
La concorrenza interna è piuttosto agguerrita e dovrebbe crescere enormemente nei prossimi anni. Quindi, i grandi sconvolgimenti sono dietro l’angolo e potrebbero influenzare l’intero settore bancario mondiale, considerando quanto sia forte il collegamento delle banche globali alla Deutsche Bank.