La scorsa settimana Bannkitalia ha pubblicato l’ultimo rapporto di stabilità, chiarendo il perché le banche italiane sono più restie a concedere un prestito: i tantissimi crediti inesigibili che hanno causato la crisi bancaria italiana negli anni successivi alla recessione.
Sempre nel rapporto, viene evidenziato come sono in aumento i crediti a favore delle aziende finanziariamente più forti e in diminuzione quelli per le aziende medio e piccole, le cui garanzie non sono adeguate. La direzione intrapresa dagli istituti di credito è chiara: evitare che in futuro venga gestito un nuovo deterioramento della qualità.
Nonostante la recessione abbia lasciato tracce evidenti, il sistema bancario si è in un certo senso rafforzato, mostrando segni di vitalità notevoli in grado di respingere la minaccia di uno spread dei titoli di Stato italiani tornato ai livelli elevati di un tempo. Lo stock dei crediti deteriorati netti si è dimezzato negli ultimi quattro anni, attestandosi a 90 miliardi di euro (non accadeva dal 2008).
Anche le imprese sono riuscite a riemergere. L’indebitamento è notevolmente inferiore che in passato, con la leva finanziaria si è ridotta di nove punti. Adesso, le aziende hanno più capacità finanziaria per rimborsare i debiti. Nel 2008, il rapporto tra MOL e oneri finanziari è calato dal 14% all’8%. Tutto ciò porterà le banche ad erogare più credito a favore delle aziende? Allo stato attuale, pare difficile; il rallentamento economico ha causato la contrazione dei debiti delle imprese verso gli istituti di credito nel primo trimestre del 2018.
A dare un input importante potrebbe essere la Bce tramite un nuovo piano di finanziamenti agevolati (Tltro), il quale garantirebbe alle banche di mantenere basso il costo della raccolta, consentendo di sterilizzare l’effetto negativo generato dall’aumento dei tassi sulle nuove obbligazioni a causa di uno spread nuovamente alto.