Dopo una serie di dichiarazioni, conferme e smentite, finalmente sembra essere arrivata la versione definitiva da parte del governo sul famigerato aumento dell’Iva.
Il ministro dell’Economia Giovanni Tria, in audizione al Senato sul Documento di economia e finanza, ha confermato: “La legislazione attuale sul fronte fiscale rimane confermata in attesa di definire nei prossimi mesi delle misure alternative volte a disinnescare l’attivazione delle clausole di salvaguardia”. Che detto in altri termini significa semplicemente che l’aumento dell’Iva e delle accise, almeno per il momento, rimane in piedi. E rimarrà in piedi fino a che l’esecutivo non riuscirà a trovare almeno 23 miliardi di euro, che sono i soldi che servono per scongiurare questa raffica di aumenti.
Nonostante il governo gialloverde ci stia portando verso un sensibile aumento della pressione fiscale, Tria resta convinto delle azioni finora intraprese: “Il governo – ha detto – non ha peccato di ottimismo nello stimare il Pil 2018. Le riforme che abbiamo fatto e che intendiamo fare sono la via maestra per la crescita dell’economia”.
Per quanto riguarda le altre questioni, Tria ha provato a fornire qualche mezza anticipazione. Sul fronte flat tax, per esempio, ha detto: “La legge di Bilancio per il prossimo anno continuerà a vertere sulla riforma dell’Irpef, e quindi sul progetto flat tax che si propone di rivedere il sistema fiscale così da alleggerire il carico che grava sulle famiglie”.
Sul reddito di cittadinanza, invece, il governo è convinto che aiuterà a sostenere i consumi delle famiglie, anche se i primi dati ufficiali stanno categoricamente smentendo questa tesi: le risorse stanziate per il reddito di cittadinanza e per Quota 100 non sembrano avere un effetto moltiplicatore così come il governo continua a far credere.