Il tetto massimo di spesa delle carte contactless, nel Regno Unito, è di 30 sterline. Sopra questa soglia occorre digitare il Pin per poter procedere col pagamento, ma di qui a breve anche questo limite verrà tolto. Il che però non significa che sopra le 30 sterline si potrà continuare a pagare col contactless senza alcun tipo di controllo aggiuntivo, ma che più semplicemente, il controllo sinora effettuato tramite l’immissione del Pin, verrà sostituito con un’impronta digitale.
Questa perlomeno è l’idea che la Royal Bank of Scotland, insieme alla NatWest, è riuscita a portare ad una fase di sperimentazione: il test prenderà il via ad aprile e durerà tre mesi, per coinvolgere un campione iniziale di 200 clienti. Il progetto, sviluppato con la collaborazione di Gemalto, azienda impegnata nella sicurezza informatica, non rappresenta una novità assoluta nel settore visto che sperimentazioni di questo genere sono già state avviate un paio di anni fa in Sudafrica, Bulgaria e Cipro.
Tuttavia l’intenzione rimane comunque interessante e la tecnologia impiegata alquanto valida. Howard Berg, amministratore delegato di Gemalto per il Regno Unito, ha spiegato: “L’utilizzo dell’impronta digitale anziché del codice Pin per autorizzare le transazioni porta molti vantaggi. Prima di tutto, dà luogo a maggiore sicurezza e ad una maggiore praticità. Inoltre, i titolari di carte possono pagare in modo veloce e semplice, senza doversi più preoccupare del limite delle transazioni di pagamento contactless”.
Ma come è possibile riuscire a pagare con l’impronta digitale? In pratica, all’interno della carta di credito o bancomat verrà introdotto un sensore per le impronte digitali; il suddetto sensore, una volta riconosciuta l’impronta, autorizzerà il pagamento e quindi “sbloccherà” la lettura della carta associata. Si tratta quindi di un sistema d’avanguardia, certo, ma tutto sommato anche piuttosto semplice nella sua architettura.