Ci sono banche che del lucro fanno il loro unico cavallo di battaglia, ce ne sono altre che hanno anche a cuore il cambiamento climatico. Questi istituti fanno parte della Global Alliance for Banking on Values (GABV) e si sono riuniti lo scorso febbraio a Vancouver per trovare le misure giuste atte a ridurre, entro i prossimi tre anni, l’impatto climatico di prestiti ed investimenti.
Il GABV vuole tenere fede agli Accordi di Parigi del 2015, dove gli Stati aderenti avevano concordato di contenere l’aumento della temperatura sotto i 2° C. Misure necessarie se si vogliono limitare gli effetti del cambiamento climatico sull’ecosistema terracqueo.
Ugo Biggeri, presidente di Banca Etica, ha così spiegato: “Come istituzioni finanziarie siamo chiamate a contribuire affinché vengano rispettate le regole stabilite dagli Accordi di Parigi. Per questo motivo, vogliamo puntare i nostri investimenti verso quelle attività che rispettano l’ambiente. Inoltre, stiamo mettendo in campo tutta una serie di strumenti che siano in grado di misurare in modo certosino l’impatto ambientale sia delle nostre sedi e uffici che dei finanziamenti erogati”.
Incalzato dai giornalisti presenti, Ugo Biggeri ha approfondito la questione: “L’Etica Sgr, nostra società di gestione del risparmio, misura l’impronta di carbonio dei propri investimenti azionari. Questo lavoro, iniziato circa 4 anni fa, ha evidenziato che la media delle emissioni per milione di euro di fatturato delle aziende presenti nei portafogli azionari è pari a 290 tonnellate di CO2. Un valore molto basso, che è circa il 70% inferiore al benchmark di riferimento”.
Ma quale sarà la strategia che la GABV intende utilizzare? Misurare gli impatti ambientali della attività finanziarie calcolando le emissioni di gas serra di tutte le aziende appartenenti al portafoglio di prestiti e investimenti di ogni banca. In questo modo, il GABV vuole sensibilizzare tutte le attività industriali affinché il concetto di salvaguardia dell’ambiente diventi priorità assoluta.