Quando la Commissione europea taglia le previsioni di crescita economica dell’eurozona, il che vuol dire che le prospettive nell’immediato futuro sono poco rassicuranti. Se poi sono coinvolte superpotenze europee come Germania e Francia, allora la situazione potrebbe diventare drammatica per davvero! Per non parlare della questione Italia. La previsione per l’economia nostrana parlano di un tasso di crescita ulteriormente al ribasso (0,6% nel 2019), il quale potrebbe nuovamente aprire tensioni tra Bruxelles e Roma in merito alla manovra finanziaria.
Non meno di due mesi e mezzo fa, il braccio esecutivo dell’UE aveva previsto una crescita dell’1,9% nella zona euro. Ora, la percentuale è dello 1,3%. Questo ritocco è dovuto alla situazione che si è creata nel settore automobilistico della Germania, fortemente penalizzato dai dazi imposti da Trump. La domanda di auto tedesche è crollata in Cina.
Valdis Dombrovskis, vicepresidente della Commissione, ha così giustificato questa tendenza al ribasso: “Purtroppo è fortemente influenzata da fattori esterni, come le tensioni commerciali e il rallentamento nei mercati emergenti, in modo particolare quello cinese. Inoltre, la possibilità di una Brexit “no deal” sta creando panico generale”.
Tornando all’Italia, la crescita sempre più lenta è un problema che il governo dovrebbe affrontare, considerando che quasi ogni anno ingenti somme di denaro vengono inghiottite per contribuire a rimborsare i due trilioni di euro circa di debito pubblico. Tra l’altro ad appesantire la situazione v’è anche una Legge di Bilancio che crea ulteriore deficit e che spende decine di miliardi di euro per misure che, sindacati, associazioni, istituzioni e osservatori vari ritengono essere ininfluenti rispetto agli obiettivi di crescita. In buona sostanza, viene lamentato un eccesso di spesa corrente e una prospettiva di investimenti strutturali praticamente inesistente.
Insomma, ci sono dei segnali inequivocabili interpretati dalla Commissione europea, i quali mettono in evidenza come l’economia Ue rischi di avviarsi verso una nuova crisi.