Con Quota 100 entra in campo la riforma pensionistica tanto voluta dalla Lega e dal Movimento 5 Stelle. Una riforma che in teoria avrebbe dovuto superare la Legge Fornero ma che di fatto fa ben altro, ossia creare uno scivolo temporaneo a quanti vogliono andare in pensione prima del previsto: Quota 100 non è che una possibilità che i lavoratori possono decidere di sfruttare, esattamente come l’Ape, per uscire prima del previsto dal mercato del lavoro, ma il sistema pensionistico, di fatto, continua ad essere basato sulla riforma Fornero.
In ogni caso, Quota 100 dà la possibilità di pensionamento anticipato a coloro i quali hanno 62 anni di età anagrafica e 38 anni di contributi versati. Ma c’è un elemento in più, in quanto gli italiani, con questa riforma, potranno anche decidere di ritirarsi dal lavoro fino a tre anni prima rispetto al raggiungimento della stessa Quota 100, quindi anche a fronte di 59 anni di età e 35 anni di contributi. Requisito, questo, che doveva essere maturato però entro il 31 dicembre 2018.
Ma come funzionano le cose in questo caso? Il lavoratore che dovesse andare in pensione con 59 anni di età e 35 di contributi si vedrà ricevere un assegno straordinario che di fatto lo accompagnerebbe fino al raggiungimento della Quota 100. Occhio però, perché questa ulteriore eccezione potrà essere usata solo nel caso in cui quel lavoratore al quale verrà concesso il pensionamento a 59 anni sia poi sostituito da una nuova assunzione.
La misura, si legge, “può essere ammessa solo in presenza di accordi collettivi sottoscritti con le organizzazioni sindacali più rappresentative a livello nazionale”. “In tali accordi – prosegue il comma 2 dell’articolo 22 – va stabilita una garanzia dei livelli occupazionali, quindi il numero di lavoratori da assumere in sostituzione dei lavoratori che accedono a tale prestazione”.
L’assegno straordinario copre il periodo che va dalla data di accesso alla prestazione fino al raggiungimento dei requisiti di Quota 100, quindi non potrà esser erogato oltre il 31 marzo 2022.