Sul reddito di cittadinanza emergono novità sempre nuove che a volte ne limitano ulteriormente la platea di beneficiari e che altre volte ne restringono il campo di applicabilità. Dopo essere stato approvato dal governo con non poco entusiasmo e aver dato grandi soddisfazioni al ministro del Lavoro e dello Sviluppo Economico Luigi Di Maio, che di questa misura ne è un po’ il portabandiera, il reddito di cittadinanza si appresta a diventare legge.
Tuttavia, nelle varie sfumature che lo stanno accompagnando e che diventeranno attuative, ce n’è una che forse smorzerà gli animi: il contributo riconosciuto ai beneficiari andrà obbligatoriamente speso entro 30 giorni dalla data di decorrenza, per cui la parte non spesa non potrà affatto essere cumulata al mese successivo, ma anzi, andrà persa a tutti gli effetti. Chi sperava quindi di cumulare il reddito di cittadinanza per più mesi così da far fronte ad una spesa importante, dovrà ricredersi e rifarsi un attimo i calcoli.
In realtà questa non è l’unica novità negativa che sta accompagnando il reddito di cittadinanza durante il suo cammino verso la messa in campo. Un’altra novità infatti riguarda il limite al prelievo in contanti: dalla card potranno essere prelevati al massimo 100 euro al mese, per cui la rimanente parte potrà essere spesa solo ed esclusivamente sotto forma di pagamenti tracciabili, così da permettere anche agli organi preposti di controllare ogni euro speso.
Ed è proprio a questa condizione che si riallaccia una frase pronunciata da Di Maio sulle modalità di spesa del RdC. Il ministro, in parole povere, aveva detto che il reddito di cittadinanza avrebbe potuto essere speso solo ed esclusivamente in acquisti “morali”, lasciando intendere che il Fisco controllerà ogni euro speso e che potrebbe addirittura prendere provvedimenti nel caso di acquisti poco “morali”. Il problema sta proprio qui, cioè nella definizione di “morale”. Esattamente, cosa si potrà e cosa non si potrà comperare col RdC?