Apple in caduta libera: in Borsa brucia il 7%. Tim Cook fa il mea culpa

Anche aziende tutto sommato “sicure” come Apple possono imbattersi in periodi particolarmente duri. Le azioni del colosso di Cupertino, infatti, proprio in queste ore stanno bruciando più del 7% in Borsa. La causa è da ricondurre al taglio delle stime sui ricavi reso noto dal CEO Tim Cook. Secondo le nuove stime, Apple chiuderà il trimestre con entrate per 84 miliardi di dollari. Un dato senz’altro significativo, ma che è comunque inferiore rispetto alle precedenti previsioni che parlavano di entrate non inferiori a 89-93 miliardi.

Il fatto tende a farsi ancora più serio se si considera che il colosso capitanato da Tim Cook, negli ultimi 5 anni e mezzo, non ha quasi mai mancato le stime: finora è capitato soltanto due volte, per cui appare del tutto fisiologico che questo terzo “incidente” stia producendo conseguenze piuttosto importanti.

Ad influenzare questa dinamica ci sono messi diversi fattori. Primo fra tutti il rallentamento dell’economia cinese, che Apple, dietro sua stessa ammissione, ha sottovalutato un po’ troppo: “Una buona parte della delusione nella guidance, nonché più del 100% del declino anno su anno delle entrate, è da ricondurre alla Cina. Il fenomeno ha riguardato sia iPhone che Mac e iPad”, ha spiegato Cook.

Ma a remare contro vi sono state pure le incertezze che nella seconda metà del 2018 hanno riguardato non tanto la sola Apple, ma più in generale l’intera finanza globale.

Insomma, complici diverse concause, fatto sta che Apple si sta ritrovando a dover vivere una fase storica particolarmente ostile. A detta di molti analisti, una delle cose su cui Apple dovrebbe iniziare a lavorare per superare l’empasse è il superamento dell’eccesso di dipendenza da un singolo prodotto: a detta di molti, la Mela si sarebbe concentrata troppo sugli iPhone, lasciando in secondo piano tutte le sue altre linee produttive.

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