Il Fondo di garanzia prima casa sta per esaurire le proprie risorse. Lo ha annunciato il direttore dell’Associazione bancaria italiana Giovanni Sabatini. I dati forniti da Consap, che è la concessionaria che gestisce direttamente il Fondo, sono piuttosto chiari: le risorse stanziate finiranno proprio il mese prossimo e con esse cesserà anche l’operatività del Fondo stesso. Sabatini ha quindi sollecitato il governo in carica a un rifinanziamento di questo strumento.
Uno strumento, vale la pena ricordarlo, che da quando è stato istituito ha permesso l’erogazione di 90.170 mutui per un controvalore di circa 10,1 miliardi di euro. Il Fondo, creato ormai diversi anni fa ma di volta in volta rifinanziato dai diversi governi che si sono succeduti, ha permesso l’accesso al credito e quindi l’acquisto/ristrutturazione della prima casa, a tutta una serie di soggetti piuttosto deboli dal punto di vista delle garanzie. Il ruolo del Fondo, infatti, è sempre stato proprio quello, ossia fare da garante a persone e famiglie che non avevano modo di proporre alcun garante a loro vicino.
L’accesso al Fondo non è subordinato a requisiti di reddito né di età, anche se giovani coppie, under 35 con contratti di lavoro atipici, famiglie monogenitoriali con figli minori e inquilini di case popolari hanno la priorità. Non possono avvalersi del Fondo di garanzia prima casa coloro i quali risultano già proprietari di altri immobili, a meno che questi non siano stati acquisiti per successione o non siano stati dati in uso gratuito a genitori o a fratelli.
Altro parametro molto importante è quello che riguarda le caratteristiche vere e proprie del mutuo: il Fondo non agisce su mutui superiori a 250mila euro e su mutui che abbiano come oggetto dell’acquisto o della ristrutturazione immobili appartenenti alle categorie catastali A1, A8 e A9 (che sono poi le categorie che identificano gli edifici di lusso).