Sanità: caos liste di attesa, ma dalla manovra arrivano solo briciole

I tempi di attesa a dir poco biblici che caratterizzano la sanità pubblica sono senza ombra di dubbio uno degli elementi su cui il Ministero della Salute dovrà lavorare di più.

Le lunghe liste di attesa non sono solo fastidiose e ingiuste, ma stanno anche procurando un danno alla stessa sanità pubblica visto e considerato che, apparendo inossidabili, costringono i cittadini ad affidarsi alle mani dei privati. Peccato però che ai privati non ci si possono mica affidare tutti, e infatti per i più incapienti le infinite liste di attesa si traducono in un paio di esiti soltanto: rinunciare alle cure oppure accettare le lunghe code, con tutto ciò che potrebbe conseguirne in termini di efficacia delle cure.

Come si sta muovendo allora il governo con il Def su questo particolare capitolo? Il Documento di economia e finanza approvato dal Consiglio dei Ministri stanzia a malapena 50 milioni di euro per aiutare le Regioni ad introdurre progetti volti a sfoltire le liste di attesa.

I soldi stanziati però sono pochi, visto e considerato che 50 milioni di euro, divisi per le venti regioni e per le 100 province, finiscono per ridursi a poche briciole. Ma anche la modalità con cui sono stati messi a disposizione lascia seri dubbi in merito all’efficacia del tutto. Infatti, più che di soldi, la sanità pubblica ha bisogno prima di tutto di essere riorganizzata e ha necessità di investimenti mirati, anziché di soldi a pioggia senza capo né coda.

Insomma, considerando diversi fattori, c’è il rischio davvero concreto che i 50 milioni stanziati dal governo finiranno col rivelarsi assolutamente inutili se non addirittura controproducenti. E oltre alle liste di attesa, il cui problema non è certo stato risolto, in molti si chiedono anche come mai non si sia intervenuti sui superticket nonostante i roboanti annunci fatti fino a pochi giorni fa.

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