Quando si commette un’infrazione, ci sono regole molto precise da rispettare per quel che riguarda il pagamento. A chi paga una multa entro 5 giorni viene riconosciuta una riduzione del 30% dell’importo della stessa. Chi la paga entro 60 giorni può pagarla in misura ridotta, mentre dal 61esimo giorno in poi l’importo diventa quello riportato sulla notifica, maggiorato del 10% proprio per via del ritardo.
Chi non paga affatto, invece, finisce nel raggio di recupero dell’Agenzia delle Entrate-Riscossione, che invierà un sollecito di pagamento all’interno del quale viene sempre riportato l’importo della contravvenzione, eventualmente maggiorata con interessi e more.
Trascorsi i 60 giorni dalla data di notifica, l’Agenzia delle Entrate-Riscossione sarà autorizzata a procedere con le “maniere forti”. Il che significa che come prima misura, l’ente procede al fermo dell’auto tramite cui di fatto si rende impossibile l’utilizzo del mezzo. Per potersi ritenere valido, però, il fermo dell’auto va comunque comunicato con un preavviso di 30 giorni (almeno). Dal momento in cui il debito viene saldato, o quanto meno quando il titolare della multa richiede la rateazione o dà prova di aver pagato una parte dell’insoluto, il fermo può essere sospeso.
Oltre al fermo dell’auto, l’ente di riscossione può anche procedere col pignoramento dello stipendio o della pensione, basandosi su un quinto dell’importo totale. Addirittura si può arrivare anche al pignoramento della casa, così come ha sancito una recente sentenza della Corte di Cassazione.
In questo caso, però, il debito deve essere superiore a 120mila euro, la somma del valore degli immobili imputabili al debitore deve non essere inferiore a 120mila euro, l’agente della riscossione deve aver acceso un’ipoteca almeno 6 mesi prima e il debitore, in ultimo ma non meno importante, non deve aver chiesto una dilazione o aver pagato una parte del debito fino a portarne il residuo sotto i 120mila euro. Se si tratta di una prima casa, però, l’immobile è impignorabile in ogni caso.