Dalla morte di Sergio Marchionne, Fiat Chrysler Automobilies ha cominciato a vivere un periodo in Borsa davvero difficile. Basti pensare che il valore delle azioni è crollato al punto che il gruppo italo americano ha perso la bellezza di 6 miliardi di euro di capitalizzazione.
Soltanto nell’ultimo mese, il valore azionario di Fca è sceso del 12%, e la stessa brutta sorte è toccata anche alle azioni Ferrari. Pure la holding Exor viaggia in perdita (-1.8%), mentre chi sembra reggere il colpo dato dalla morte di Marchionne è CNH Industrial, che cresce a ritmo di un buon +16,3%. Anche in quel di Wall Street la situazione appare non proprio rosea, con Fiat Chrysler in ribasso del 9% in un solo mese, e con Ferrari che segue con un altrettanto segno meno.
Inoltre la morte di Marchionne non ha prodotto danni nell’immediato per il solo gruppo automobilistico, ma ha anche influito, e non poco, nella guerra dei dazi che sta avendo luogo tra Stati Uniti e Cina.
Molto probabilmente, l’idea che la scomparsa di Marchionne avrebbe potuto portare problemi in casa Fca, era già stata messa in conto dalla società stessa. Forse però non ci si aspettava questi numeri e questi ritmi, ma ora alla guida del colosso italo americano c’è comunque un altro nome valido, quello di Mike Manley, che si spera si riveli in grado di risolvere la questione.
Manley si ritrova tra le mani una società il cui indebitamento è stato azzerato dalla precedente amministrazione, e in cui i numeri di crescita sono sicuramente promettenti per l’intero gruppo. Fca ha però l’aspetto azionario da risanare, in quanto il protrarsi di questa tendenza potrebbe significare altri miliardi di euro di capitalizzazione letteralmente bruciati al vento.