Revocare la concessione sì, nazionalizzare forse. Il destino delle autostrade italiane è ancora appeso alla scelta che il governo deciderà di prendere in materia, e stando alle opinioni che si stanno sollevando proprio tra Palazzo Chigi e ministeri vari, sembra proprio che la matassa non verrà sciolta nel breve termine.
Se da una parte c’è il Movimento 5 Stelle che intende procedere senza se e senza ma alla nazionalizzazione delle autostrade italiane, dall’altra ci sono ampie frange della Lega che preferiscono invece una maggior prudenza su questo fronte (in dissenso rispetto al segretario Matteo Salvini, che invece ha evocato l’interventismo pubblico).
Come al solito, tra i due fuochi c’è il premier Giuseppe Conte, che ha glissato l’argomento affermando che “prima di ogni altra cosa verrà tutelato l’interesse pubblico”. “L’interesse degli italiani è la nostra priorità numero uno – ha detto Conte -, per cui ricorreremo agli strumenti che sono in nostro possesso per difendere questi interessi”. E sulla revoca della concessione, ha rilanciato: “Ho pronta una contromossa”.
Sembra in buona sostanza che per risolvere la diatriba interna, il Governo finirà col mettere di mezzo Cassa Depositi e Prestiti, facendole rilevare una quota di maggioranza del capitale di Autostrade, così da fare in modo che le autostrade italiane, pur non essendo del tutto nazionalizzate, possano comunque fare affidamento su una quota di maggioranza pubblica. Ma il Ministero dell’Economia e delle Finanze ha smentito tutto, ritenendo questa indiscrezione “un’ipotesi senza fondamento” che “non risulta sia mai stata valutata”.
Un’altra considerazione, in queste ore, l’ha avanzata il sottosegretario alle Infrastrutture Michele Dell’Orco, affermando che “tra le idee della Lega e quelle del Movimento 5 Stelle, la mediazione potrebbe essere una nazionalizzazione graduale”. E Alessandro Di Battista, che ogni tanto torna a farsi sentire, ha approvato e si è detto piuttosto convinto che “il Pd potrebbe sostenerci in questa missione”.