Come ormai molti di noi sapranno, la legge 104 riconosce diversi diritti ai soggetti disabili e a chi si prende cura di loro. Sul fronte lavoro, per esempio, al lavoratore disabile o al lavoratore che si prende cura di un parente affetto da una disabilità seria, riconosce 3 giorni di permesso retribuiti al mese.
Questi permessi spettano non solo a coloro i quali hanno un contratto di lavoro full time, ma anche a quanti sono inquadrati in un part time verticale, sebbene in questo caso le ore di assenza dal lavoro siano da rimodulare in base all’orario di lavoro stesso. La sentenza 22925 della Corte di Cassazione ha introdotto diverse novità sotto questo punto di vista, per cui vediamo di fare un attimo chiarezza.
Con il part time orizzontale la legge riconosce sempre 3 giorni di permesso al mese, con ore variabili a seconda dell’orario di lavoro che risulta da contratto. Nel part time verticale, invece, i giorni di permesso vengono calcolati tenendo conto dei giorni settimanali di lavoro, per cui con una settimana lavorativa di 6 giorni se ne devono lavorare 4; con una settimana lavorativa di 5 giorni se ne devono lavorare più di 2 e mezzo e così via.
Il motivo? Perché nel part time verticale i 3 giorni di permesso valgono quando si lavora più del 50% dei giorni di lavoro ordinari: è chiaro quindi che se una persona lavora 2 giorni e mezzo la settimana, con una settimana lavorativa che magari è di 4 giorni, e quindi non supera il 50% dei giorni lavorativi di una settimana-tipo, i giorni di permesso spettanti scendono a 2.