In Sicilia i saldi estivi sono già cominciati domenica 1 luglio, mentre la Basilicata ha ufficialmente dato il via alla stagione del sottocosto proprio oggi, lunedì 2 luglio. A partire da sabato 7 luglio, però, i saldi estivi arriveranno in tutte le altre regioni d’Italia e, stando a quanto prevede l’ufficio studi di Confcommercio, dovrebbero indurre ogni famiglia a spendere una media di 230 euro per quel che riguarda articoli di abbigliamento e calzature. Insomma, i saldi dovrebbero smuovere attorno ai 3,5 miliardi di euro.
Dato che la stagione delle promozioni è alle porte, vale sempre la pena ricordare alcune regole che scandiscono il funzionamento dei saldi.
Intanto, il consumatore ha il diritto di cambiare il capo dopo che lo ha acquistato, o quanto meno ha diritto a vedersi ridurre o restituire il prezzo pagato qualora il capo sia danneggiato o non conforme. Al contrario di quanto si pensa, invece, non è previsto dalla legge l’obbligo per il negoziante di far cambiare il capo acquistato se il cambio viene effettuato perché “non piace” o “non è della taglia giusta”: in questi casi, dove non c’è danno o non conformità, il cambio del capo segue regole stabilite dal negozio stesso.
Dopo di che c’è la prova dei capi che non è obbligatoria, ma che è anch’essa rimessa alla discrezionalità del negoziante.
Per quanto riguarda i saldi in senso stretto, i capi che vengono messi in offerta devono avere carattere stagionale o di moda, e devono vedersi applicare un notevole sconto se non vengono venduti entro un certo periodo di tempo. Ma il discorso prezzo si riallaccia anche ad un altro elemento, ossia al fatto che il prezzo debba essere esposto sempre in modo molto chiaro: i negozianti hanno l’obbligo di indicare il prezzo di vendita senza lo sconto, lo sconto applicato e di conseguenza il prezzo finale a cui la merce verrà effettivamente venduta.
Per quanto riguarda i pagamenti, infine, i negozianti devono accettare anche carte di credito: per chi non lo fa sono previste delle misure sanzionatorie.