Lavoro, Di Maio rilancia: “Salario minimo e via spesometro”

Luigi Di Maio si è insediato al Ministero del Lavoro, e sin dalle prime ore ha scaldato i motori annunciando quelle che saranno le sue priorità. Dal precariato al salario minimo, fino all’evasione fiscale, Di Maio nelle scorse ore ha annunciato i primi argomenti del quale si occuperà in prima persona.

Sul fronte precariato, per esempio, ha detto: “Abbiamo incontrato i riders che rientrano in quei lavori che sono simbolo di una generazione lasciata a se stessa, senza alcuna tutela e spesso senza un contratto. Vittime del precariato e di un lavoro che cambia in continuazione. C’erano leggi che legalizzavano questo precariato e che hanno portato la nostra generazione a vivere in un mondo totalmente cambiato in meno di dieci anni. Dobbiamo trovare una soluzione a questo problema”.

Questo discorso si collega al secondo argomento toccato da Di Maio, cioè quello del salario minimo garantito. La soluzione alla precarietà secondo il neoministro del Lavoro passa dal salario minimo garantito, cioè da quel salario al di sotto del quale non si può essere pagati. “Il lavoro va pagato con una cifra in euro per ciascuna ora di prestazione, molto semplicemente”, e lavorare su questo assunto sarebbe già un “primo piccolo passo per dare un segnale che il governo intende risolvere il problema precarietà”.

Di Maio ha affrontato anche il fatidico tema dell’evasione fiscale. “Dobbiamo lavorare contro la burocrazia, lo spesometro, il redditometro, gli studi di settore e lo split payment. Tutta questa roba qui va eliminata e sostituita con meccanismi digitali più leggeri e meno onerosi per gli imprenditori. E’ lo Stato che deve fare di più per accertare se c’è qualche situazione dubbia, ad esempio incrociando le banche dati”.

Queste cose qui, ha detto Di Maio, “stanno rendendo un’inferno la vita degli imprenditori e dei professionisti, di coloro che magari le tasse le pagano già e le hanno sempre pagate. Bisogna colpire l’evasione vera”.

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