Tfr, che differenza fa tra lasciarlo in azienda o destinarlo a un fondo?

Per il lavoratore non sempre è semplice decidere come accantonare il TFR, ossia come gestire quella somma che mese dopo mese viene messa da parte dal datore di lavoro e che verrà restituita al dipendente al termine del rapporto di lavoro.

Il lavoratore infatti può decidere di intraprendere due strade: o lasciare il TFR in azienda, oppure destinarlo ad un fondo di previdenza complementare che gli corrisponderà l’intera somma alla fine del rapporto di lavoro o che userà tale somma per integrare la pensione. Per aiutarci nella scelta dobbiamo essere a conoscenza di un po’ di cose.

Intanto, chi sceglie di destinare la propria liquidazione ad un fondo di previdenza complementare deve essere consapevole del fatto che ci sono dei costi di gestione da sostenere, e che tali costi variano di caso in caso e cambiano anche sulla base del tipo di fondo (se è chiuso o aperto). Al contrario, chi lascia il TFR in azienda non ha alcun costo da sostenere.

Dopo di che c’è la questione tasse. Da questo punto di vista occorre sapere che quando il TFR viene destinato ad un fondo pensione, per la parte relativa all’incremento del montante accumulato si applica un’imposta del 20%, che scende al 12,50% nel caso di fondi pubblici o assimilati. Differentemente, i TFR lasciati in azienda sono assoggettati ad un’aliquota del 17% (sempre calcolata sulla rivalutazione). Se è vero che i fondi pensione sono soggetti a una tassazione più alta, è anche vero però che il TFR in mano loro viene fatto fruttare di più: i soldi gestiti dai fondi pensione fruttano un rendimento medio superiore al 5%, mentre sul TFR in azienda matura un esiguo 1,9%.

Inoltre c’è da considerare il fatto che se il TFR viene lasciato in azienda, questo potrebbe essere più difficile da ottenere quando sarà il momento di riscuoterne l’ammontare, in quanto le aziende sono solite temporeggiare (e pure parecchio). Per giunta, qualora le suddette aziende dovessero andare incontro a una crisi e dichiarare fallimento, il TFR potrebbe addirittura “scomparire” (sebbene esista comunque un Fondo di garanzia per questi casi specifici).

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