I cosiddetti furbetti della 104 sono sempre di più, e aumentano nonostante i controlli si stiano facendo più rigidi. Infatti, al centro dell’attenzione non ci sono solo i dipendenti della Regione Sicilia, sui quali recentemente il presidente Nello Musumeci ha puntato i riflettori, denunciando 2.350 casi di dipendenti che abusano illegittimamente dei permessi 104. No, perché se è vero che in alcune Regioni la piaga è più presente che in altre, di furbetti ne è piena l’Italia.
In provincia di Trento, per esempio, una dirigente è stata accusata di truffa aggravata per aver utilizzato in modo illegittimo i permessi da 104, impiegando i giorni di assenza dal posto di lavoro non per accudire il familiare, ma per fare viaggi in tutto il mondo. Vediamo quindi di capire per bene cosa rischia chi abusa dei permessi 104.
Chi fa un uso illegittimo di tali permessi può incorrere in un licenziamento per giusta causa. Il licenziamento può assolutamente essere previsto, e lo ha ribadito proprio di recente la Corte di Cassazione con l’ordinanza numero 8209 del 2018. In sostanza, chi abusa dei permessi della legge 104 commette un reato perché percepisce un’indennità che gli viene sì anticipata dal datore di lavoro, ma che di fatto è pagata dall’Inps. Si tratta dunque di un reato procedibile d’ufficio e perseguibile anche nel caso in cui il datore di lavoro non sporga denuncia.
Il dipendente che abusa di questi permessi può essere licenziato per giusta causa, nonché senza preavviso, e per far scattare il licenziamento non è neppure necessario che vi sia reiterazione dell’abuso: è sufficiente un singolo episodio per prefigurare la “cattiva condotta” e la “malafede” nei confronti del datore di lavoro.