Dopo aver eletto presidenti e vicepresidenti di Camera e Senato, il Movimento 5 Stelle torna ad insistere sull’abolizione dei vitalizi come prossimo passo. I pentastellati, del resto, hanno fatto di questa la loro battaglia numero uno, e ora che i numeri stanno dalla loro parte intendono usarla come prima battaglia politica tra i banchi della maggioranza.
Per far passare le loro proposte in tema di vitalizi dovranno senz’altro trovare altre forze politiche che siano concordi con questo progetto, visto che i numeri non consentirebbero una corsa solitaria, ma sembra che la Lega sia disposta a ragionare su un intervento in materia.
Ora che il Movimento 5 Stelle ha ottenuto ciò che voleva, vale a dire la presidenza della Camera dei deputati, che dopo una breve trattativa è andata a finire a Roberto Fico, la battaglia sulla riforma dei vitalizi può prendere corpo. Dopotutto l’obiettivo era conquistare la Camera proprio per far partire da là una battaglia tutta politica, in quanto per riformare la materia non c’è necessariamente bisogno di un Ddl o di una legge, con annesse lungaggini, ma è sufficiente una delibera che i pentastellati intendono articolare in due punti.
Il primo riguarderebbe i neoeletti, che non avrebbero più diritto a maturare una pensione dopo cinque anni di legislatura. Semplicemente, i contributi derivanti dalla loro attività parlamentare si accumulerebbero con gli altri per dare vita, un giorno, a una pensione “unica”. Per quanto riguarda gli altri, ossia quelli che la pensione privilegiata l’hanno ottenuta già, si intende provvedere a un ricalcolo dei vitalizi su base contributiva, che è poi quello che viene applicato alla gente “normale”.
Immagine di Daniele Scudieri da termometropolitico.it