Telecom, cda si dimette per frenare l’avanzata del fondo Elliott

Le azioni Telecom Italia finiscono nuovamente sotto i riflettori e lo fanno quasi inevitabilmente visto e che il consiglio di amministrazione della società ha rassegnato le dimissioni di massa. Gli 8 consiglieri del gruppo Vivendi si sono dimessi quasi a sorpresa e lo hanno fatto nel tentativo di frenare le politiche espansionistiche preannunciate dal fondo Elliott.

Dopotutto gli americani hanno da sempre un obiettivo molto chiaro per Telecom: cambiare profondamente il suo consiglio di amministrazione, sostituire i membri riconducibili a Vivendi con dei consiglieri indipendenti e fare tabula rasa del management così da “purificare” l’aria da ogni tentativo di influenza da parte di Arnaud de Puyfontaine. La decadenza del consiglio di amministrazione che si è consumata in queste ore, però, finirà per diventare un grosso ostacolo per i progetti di Elliott.

“Nel rassegnare le proprie dimissioni – si legge in un comunicato stampa di Tim – i predetti consiglieri hanno espresso l’auspicio che questo gesto possa contribuire a fare chiarezza sulla governance della società”. L’obiettivo è quindi quello di “rimettere all’assemblea degli azionisti la responsabilità di nominare ex novo l’organo consiliare in base alle regole di legge e di Statuto”.

Ma esattamente in che modo le dimissioni del cda Telecom freneranno le mire espansionistiche di Elliott? Semplicemente verrebbero a mancare i componenti del consiglio di amministrazione con cui il fondo avrebbe dovuto riunirsi il prossimo 24 aprile proprio per discutere degli step futuri. Quindi se Elliott aveva visto questa riunione come lo step di inizio che avrebbe dovuto dare il via al cambiamento, di fatto si vedrà costretta a rinunciarvi o quanto meno a procrastinare il tutto.

Lo scontro vero e proprio è così atteso per il 4 maggio, quando i soci Telecom si riuniranno per eleggere il nuovo consiglio di amministrazione: è lì che tra Vivendi ed Elliott si consumerà il tanto atteso faccia a faccia.

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