Nelle scorse ore l’Inps ha diramato la circolare relativa all’esonero contributivo, meglio noto come bonus giovani. Si tratta di una misura intrapresa dal governo Renzi e rafforzata dal governo Gentiloni che prevede importanti sgravi fiscali per le aziende che assumono giovani con contratti di lavoro a tempo indeterminato.
La legge di Bilancio 2018, sottolinea l’Inps, ha introdotto questa misura “per promuovere forme di occupazione giovanile stabile”. E infatti l’incentivo si applica solo ed esclusivamente su contratti a tempo indeterminato a tutele crescenti: sono escluse di fatto tutte le altre forme contrattuali, definite non a caso come formule di lavoro precario.
Ma esattamente come funziona il bonus giovani? A partire da gennaio 2018, le aziende che assumono giovani di età inferiore a 30 anni e che lo fanno attraverso un contratto di lavoro a tempo indeterminato, hanno diritto a uno sgravio del 50% sui contributi previdenziali che avrebbero dovuto pagare, ad eccezione di premi e contributi Inail e a fronte di un limite massimo di 3.000 euro annui (il che significa che ogni azienda, su ciascun neoassunto, non potrà beneficiare di più di 250 euro mensili di sgravi).
Il bonus si applica alle nuove assunzioni, ma anche alla trasformazione in contratti stabili di contratti pre-esistenti che magari erano da apprendistato o a tempo determinato. Ci sono poi dei dettagli da conoscere: intanto, per il Sud l’incentivo non è del 50% ma del 100% dei contributi a carico dei datori di lavoro (proprio perché nel Mezzogiorno il mercato del lavoro procede più in salita); e poi, solo per quest’anno, lo sgravio vale anche per i neoassunti di età inferiore ai 35 anni, pertanto la fascia limite si restringerà agli under 30 soltanto dal 2019 in poi.
La circolare Inps in ogni caso fa luce sulle modalità di ottenimento dell’esonero contributivo, comprese le istruzioni riguardanti l’inoltro della domanda e i termini di applicazione del bonus.