Se ne era parlato già un po’ di tempo fa ma l’ufficialità è arrivata solamente nelle ultime ore: con la conversione in legge del decreto n. 50 del 2017 è stato ufficializzato una volta per tutte l’addio alle monete da 1 e 2 centesimi.
Le unità in circolazione potranno comunque essere usate, fino a scomparire in via graduale. Ma esattamente cosa cambierà per gli italiani? Il cambiamento più evidente non potrà che riguardare i prezzi, i quanto non essendoci più monete da 1 e 2 centesimi non avremo più conti da pagare che finiscono, per esempio, in 98 centesimi.
Il conto finale, infatti, verrà arrotondato per eccesso o per difetto al multiplo di cinque centesimi più vicino, pertanto a fronte di una spesa di 10,98 euro, il consumatore finirà col pagare 11 euro; allo stesso modo per una spesa di 10,92 euro si pagheranno 10,90 euro. Ciò vuol dire che al supermercato continueranno ad esserci le famose offerte da 99 centesimi: l’arrotondamento verrà calcolato sulla spesa finale.
Tuttavia nel caso in cui una determinata spesa dovesse essere pagata tramite circuito elettronico, per cui a mezzo carta di credito, bancomat e simili, la regola dell’arrotondamento verrà meno: i pagamenti elettronici rispecchieranno fedelmente l’importo previsto, senza arrotondamenti né per eccesso né per difetto.
L’abolizione delle monete da 1 e 2 centesimi fa da seguito a un’operazione dello stesso tipo che è già stata varata da tempo in altri paesi europei. D’altra parte erano anni che si parlava di togliere dalla circolazione queste monete, ma per un motivo o per un altro non si è mai proceduto in questo senso. Eppure l’abrogazione delle monete da 1 e 2 centesimi, oltre a tradursi in una evidente comodità per commercianti e consumatori, comporterà per lo Stato un risparmio di 20 milioni di euro (che verranno utilizzati per l’ammortamento dei titoli obbligazionari).