Sono quasi 500mila gli italiani che sono in pensione praticamente da una vita. Mezzo milione di persone, in Italia, riceve la sua pensione da ben 37 anni, ovvero da una decorrenza antecedente al 1980.
Ovviamente sono proprio loro uno di quei “problemi italiani” che spesso percepiamo come un groppone che pesa su giovani e lavoratori, ma che nella gran parte dei casi non riusciamo mai ad identificare con precisione: il fatto che esistano persone in pensione da più di 37 anni, infatti, presuppone l’esistenza di un capitolo di spesa letteralmente fuori controllo.
E il dato è ancora più inquietante se si prendono in considerazione i pensionati da almeno 35 anni, perché in questo caso il numero supera persino i 700mila casi.
Ma a che età sono andate in pensione queste persone? I dati ci dicono che l’età media con cui le persone sono andate in pensione prima del 1980 è di 49,9 anni per la vecchiaia e di 46,4 per l’anzianità, mentre per i superstiti l’età media si aggira tra i 41 e i 45 anni (a seconda che si parli di superstiti da assicurato o di superstiti da pensionato).
Per quanto riguarda gli importi, le pensioni del settore privato liquidate prima del 1980 ammontano in media a 807 euro mensili per i trattamenti di vecchiaia e a 526 euro mensili per i trattamenti ai superstiti. Le pensioni del comparto pubblico invece battono una media di 1.660 euro al mese per la vecchiaia e di 1.465 euro al mese per l’anzianità. Al di sopra dei mille euro anche le pensioni date ai superstiti per il settore pubblico, che sono pari a 1.125 euro per i superstiti da assicurato e di 1.190 euro per i superstiti da pensionato.
La riforma Fornero sulle pensioni costituisce quindi un punto di riferimento essenziale per riportare ordine nel sistema, anche se purtroppo sembra non vi siano le condizioni per toccare chi i privilegi li ha già ottenuti (la riforma in questione infatti agisce per prevenirne di nuovi, più che altro).