Aprire una piccola impresa nel Sud Italia e rimanerci per creare occupazione. Sarebbe un sogno piuttosto difficile da realizzare se non fosse che ora, con il piano “Resto al Sud”, molti giovani hanno finalmente l’opportunità di mettere su un’impresa e di esaudire le loro ambizioni professionali.
A partire da oggi, infatti, prende ufficialmente il via il piano elaborato dal governo che mira proprio a diffondere la cultura dell’impresa nel Mezzogiorno: basta avere un’età inferiore a 36 anni per prendere recarsi sul sito di Invitalia e prendere parte al bando. Il governo, per questa operazione, ha stanziato la bellezza di 1.25 miliardi di euro che andranno naturalmente a finanziare le attività di impresa più diverse: si va quindi dal piccolo bar nella località di mare fino all’azienda agricola dedita alla coltivazione di ortofrutta, per passare dal servizio taxi fino a toccare realtà legate alla tecnologia, al terzo settore e quant’altro.
Insomma, il bando “Resto al Sud” non pone particolari limiti di sorta circa il tipo di attività da realizzare, perché il suo obiettivo è molto più grande che sviluppare uno specifico segmento di mercato: rendere il Sud una terra ricca di opportunità di business e di lavoro. Unico limite è l’esclusione dal finanziamento delle attività inerenti il commercio e la libera professione. Per il resto, invece, c’è campo libero.
Le regole prevedono che per ogni richiedente sia possibile erogare uno stanziamento da un minimo di 50mila euro fino a un massimo di 200mila euro, e di questi soldi il 35% è a fondo perduto, mentre il rimanente 65% viene concesso sotto forma di prestito da restituire in 8 anni con la garanzia dello Stato. Quindi si tratta sì di un finanziamento, ma parliamo pur sempre di una fattispecie di prestito che è molto più conveniente e molto meno pretenziosa rispetto ai prodotti finanziari che si trovano sul libero mercato.
Il progetto parte oggi, ma non c’è bisogno di essere tra i primi a presentare la domanda per sperare di ottenere risposta affermativa: ogni proposta, infatti, indipendentemente da quando è stata inviata, dovrà passare all’analisi di Invitalia che ne analizzerà ovviamente la fattibilità e la competitività.