Non solo costano tanto all’atto dell’acquisto, ma è una spesa anche mantenerle nel tempo. Le auto di lusso, sportive o classiche che siano, sono indice di ricchezza e in quanto tali vengono assoggettate a un regime fiscale diverso rispetto a quello che grava sulle auto “normali”.
Su queste automobili pesa infatti il superbollo, vale a dire un’addizionale erariale della normale tassa automobilistica che è stata introdotta nel 2011 e applicata sulle autovetture aventi potenza superiore a 185 chilowatt. Nello specifico, il superbollo auto prevede che sui primi 185 chilowatt venga applicato il criterio previsto per il bollo auto, e che ogni chilowatt di potenza superiore a 185 chilowatt dia luogo a un’addizionale di 20 euro.
Ecco perché più che una tassa vera e propria si tratta di un’addizionale: perché il suo pagamento è dovuto in aggiunta a quello del bollo auto. Inoltre, mentre il bollo auto è un’imposta il cui gettito va a rimpolpare le casse delle Regioni, il superbollo dà luogo a un’entrata erariale e quindi il suo gettito se lo intasca lo Stato.
Attenzione però, perché non è così automatico che ogni chilowatt eccedente i 185 Kw dia luogo a un’addizionale di 20 euro, perché nel calcolo del superbollo si prende anche in considerazione l’anzianità del mezzo: la norma prevede che se il veicolo è vecchio almeno 5, 10 o 15 anni, l’addizionale si riduce rispettivamente del 40, 70 e 85%; decorsi i 20 anni di anzianità del mezzo, invece, il superbollo decade e resta da pagare solo il normale bollo auto.
Il superbollo, trattandosi appunto di un tributo erariale va versato mediante “Modello F24 elementi identificativi”, il che limita le possibilità di pagamento solo presso gli sportelli bancari e postali. I codici tributo da utilizzare sono il 3364, 3365 e 3366 a seconda che si debba pagare la tassa, che si debba pagare una sanzione sulla tassa o che si debbano versare degli interessi maturati sulla tassa.