Ad inizio anno le azioni FCA si stanno rivelando le peggiori tra le componenti del Ftse Mib. Il titolo ha infatti subito dei grossi scivoloni, specie a metà mattinata quando è caduto del 2.85% portandosi a quota 12.30 euro. Ma come mai un tale calo da parte di un’azienda che sta tutto sommato bene, e che anzi sta dimostrando di aver ripreso la strada della crescita?
Il mercato sembra particolarmente teso non tanto per le performance attuali di Fiat Chrysler, quanto per l’imminente addio di Sergio Marchionne dal ruolo di amministratore delegato. Il 2018 sarà infatti l’ultimo anno di operatività di Marchionne, tanto è vero che per la primavera 2019 è atteso l’arrivo, subito dopo l’approvazione del bilancio, di una nuova figura leader. E i timori sono legati proprio al fatto che sotto Marchionne le cose sono andate molto bene: i mercati temono che con l’arrivo di un nuovo ad la società finirà col perdere di nuovo posizioni.
Dopotutto non si può dimenticare che in 15 anni di gestione, Sergio Marchionne ha letteralmente rivoluzionato la casa automobilistica. E lo ha fatto non solo dandole un respiro internazionale – rispetto a quello che prima era un marchio quasi esclusivamente italiano – ma lo ha fatto anche introducendo modelli di auto molto diversi dal passato, lo ha fatto stringendo accordi chiave e riformando l’organizzazione di quella che oggi è divenuta a tutti gli effetti una multinazionale.
Il successore sarà in grado di ereditare una gestione così oculata, avanguardista e performante? I mercati non è che non ci credano: il loro scetticismo, che si sta ripercuotendo in Borsa, è che senza Marchionne finirà col mancare più che altro “quel qualcosa” che Fca si era data negli ultimi anni.
Intanto, al di là delle supposizioni, dei timori e del fronte più ottimista, il toto-nome è partito puntuale come non mai: si parla per esempio di Alfredo Altavilla, attualmente responsabile dell’area EMEA di Fca, ma in pole position ci sono anche Richard Palmer, attuale CFO, e Mike Manley, CEO di Jeep. Tutti loro hanno un requisito che è stato imposto da Marchionne, ma anche e soprattutto dal presidente John Elkann: essere già dentro alla famiglia Fca; per cui ci potranno essere dei dubbi sul nome definitivo, ma una cosa è certa, e cioè che a guidare Fca non sarà una personalità esterna.