Anche sotto Natale si parla del Testo unico sul pubblico impiego e del rinnovo dei contratti degli statali. E tra le tante cose che si leggono spunta fuori una riga che sicuramente non farà piacere all’enorme platea di dipendenti pubblici.
Nel mirino c’è la pausa pranzo, che nella bozza del nuovo contratto potrebbe essere ridotta a un tempo davvero minimo: dopo sei ore di lavoro la pausa pranzo potrebbe scendere da “almeno 30 minuti” ad “almeno 10 minuti”, quindi la durata minima del break potrebbe scendere di fatto di 20 minuti. Ovviamente non è detto che in tutti gli uffici si finirà col fare un break più corto, perché è altamente probabile che alla fine ciascun ufficio pubblico continuerà a lavorare come ha sempre lavorato e con le pause di cui ha sempre usufruito.
Tuttavia questa modifica crea comunque una possibilità che ai sindacati non piace. A manifestare la propria contrarietà, tra gli altri, è Cristiano Fiorentini dell’Unione Sindacale di Base, che ha annunciato: “Noi daremo battaglia, ora bisogna capire nel dettaglio i termini della questione, ma se la pausa diminuisce non diventa più una pausa pranzo ma una semplice pausa. A quel punto si potrebbe anche decidere che non serve più il buono pasto e si riduce l’orario”.
Tuttavia questa non è la sola novità annessa al rinnovo dei contratti pubblici, perché il testo su cui sta lavorando il ministro Marianna Madia prevede anche lauti riconoscimenti agli statali: si parla per esempio di un bonus extra che dovrebbe andare ad aggiungersi agli 85 euro di aumento medio riconosciuti a tutti, anche se questa parte “extra” verrà riconosciuta solo ed esclusivamente ai dipendenti che hanno i redditi più bassi.
L’obiettivo di questo provvedimento è diminuire le distanze salariali tra dipendenti, oltre che ovviamente dare una mano in termini di potere di acquisto a coloro che non possono contare su stipendi particolarmente consistenti.