Il Bitcoin ha ufficialmente sfondato la soglia dei 10.000 dollari, classificandosi in questo modo come la criptovaluta più autorevole e di valore al mondo.
Quello che si respira attorno al Bitcoin è quindi un clima di pura euforia, anche se a smorzare un po’ i toni ci pensa un’indagine di Chainalysis, azienda con sede a New York che sulla base di un’indagine ha affermato che ad oggi ben 3.79 milioni di Bitcoin sarebbero andati persi per sempre.
Nello specifico, la società ha compiuto un grosso lavoro di ricerca dal quale è venuto fuori un dato molto interessante, e cioè che allo stato attuale sarebbero scomparsi tra i 2.78 e i 3.79 milioni di Bitcoin. Il che vuol dire una perdita stimata tra il 17 e il 23% rispetto al totale delle unità disponibili. Ma come è potuto accadere tutto ciò?
Secondo l’analisi, molte monete sarebbero andate perse a seguito di account che non sono più stati tenuti in vita dai loro proprietari: in pratica moltissimi utenti hanno aperto un conto di mining, cioè volto alla creazione di Bitcoin, per poi lasciarlo abbandonato per mesi, o peggio, per anni. Il 20-40% di questi account non verrà più utilizzato visto e considerato che i rispettivi proprietari si sono persi i codici di accesso, per cui non parliamo di un fenomeno momentaneo che è destinato a risolversi: questi milioni di Bitcoin, a conti fatti, dovrebbero essere andati persi per sempre.
Stando così i fatti ci si chiede allora se la capitalizzazione del Bitcoin stia prendendo in considerazione anche queste monete scomparse oppure no.
A questa domanda ha provato a dare risposta Kim Grauer, economista senior di Chainalysis: “Si tratta di una questione alquanto complessa. Da una parte i calcoli in merito alla capitalizzazione di mercato non tengono conto dei Bitcoin perduti. Considerando l’alta speculazione che si registra nel settore, quei calcoli potrebbero anche entrare a far parte di modelli economici che impattano sulle attività di spesa. Il mercato, in ogni caso, si è adattato al fenomeno della domanda e dell’offerta, e poi sono ben note le politiche monetarie volte ad abbassare o aumentare le riserve di valuta”.