Mentre l’America deve ancora riprendersi dalla strage di Las Vegas da cui sono risultati 59 morti e centinaia di feriti, c’è chi, da questa strage, ci ha guadagnato parecchio. La sparatoria messa a segno da Stephen Paddock segna la strage da armi da fuoco più sanguinosa che gli Stati Uniti ricordino, ma nonostante questo c’è chi a fronte di tutto ciò sta alzando il calice: i produttori di armi stanno infatti brindando all’accaduto.
I titoli delle aziende produttrici di armi da fuoco hanno registrato notevoli rialzi a Wall Street. Qualche esempio? Nella sessione di Borsa che si è aperta il mattino dopo la strage, Sturm Ruger ha segnato una crescita del 4.7%, mentre Smith & Wesson ha portato a casa un aumento del 4.5%.
Gli investitori, in sostanza, hanno fatto un semplice 2+2: la strage di Las Vegas, pur essendosi rivelata atroce e per certi versi storica, non ha fatto arretrare di un centimetro le opinioni che il presidente Trump ha sulla materia, per cui si sta diffondendo la considerazione secondo cui le pistole ormai avranno vita facile negli Stati Uniti.
Gli investitori, in sostanza, dicono: “Se neppure una strage di questo tipo fa arretrare Trump sulla vendita delle armi da fuoco, a questo punto le regole sulle armi non verranno mai cambiate. Questo, quindi, sarà un mercato prolifico”.
Come spiega Ian Salisbury in un articolo ospitato sul Time, il boom di acquisti che ha travolto le aziende produttrici di armi da fuoco non rappresenta un fenomeno poi così nuovo. Anche perché al di là di cosa ne possa pensare Trump sulla materia, c’è anche un altro fattore da considerare: “Al contrario di quanto si possa pensare, le stragi sembrano motivare gli amanti delle armi a comprarne di nuove”. In sostanza quanto più ci sono stragi, tanto più l’opinione pubblica si convince che armarsi sia la soluzione.